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POTENZA – L’asse Gianni Pittella – Matteo Renzi si consolida. Dai social network il vicepresidente del Parlamento europeo annuncia l’iniziativa che il 18 luglio lo vedrà fianco a fianco con il sindaco di Firenze.
A Palazzo Vecchio, giovedì prossimo presenteranno insieme il libro dell’europarlamentare lucano “Breve storia del futuro degli Stati Uniti d’Europa”.
Non si tratta di un evento prettamente politico. Ma certo, l’appuntamento non arriva proprio a caso. Da tempo Pittella ha manifestato la sua simpatia per il Renzi. Proprio dalle colonne del Quotidiano in un’intervista rilasciata qualche settimana fa, l’eurodeputato che comunque tiene in ballo la sua candidatura alla segreteria nazionale del partito, aveva rotto gli indugi affermando, che pur non condividendo proprio tutto del sindaco di Firenza, lo considera come il giusto interprete di quell’elettroshock di cui il partito ha bisogno. «Se si candidasse alla guida del Pd sarebbe una buona cosa. E’ una personalita’ che ha un grandissimo carisma, che ha una grande presa sull’opinione pubblica, oltre ad essere una persona che ha dimostrato sul campo di aver governato bene» .Non è ci è voluto molto tempo per scoprire che l’avvicinamento – per alcuni poco coerente – è ormai un dato di fatto. Confermato dalla presa di posizione del vicepresidente che dopo la protesta di alcuni renziani in aula contro i vertici del partito, compreso il capogruppo, Roberto Speranza, sulla scelta di votare la sospensione dei lavori alla Camera su richiesta del pdl, non ha perso tempo a scherarsi dalla parte dei “ribelli”. «Con questo atto il Pd si è inginocchiato al diktat di Berlusconi», ha dichiarato a caldo. Ancora una volta dalla parte dei renziani. E non solo a livello nazionale. Un proficuo dialogo si è aperto anche con i “seguaci” della novella renziana in Basilicata. Del resto anche il sindaco De Maria, renziano della prima ora, a chi accusa il politico lauriota di strumentalizzare la questione, replica: «Non credo che Pittella sia un camaleonte. E se c’è chi condivide le nostre posizioni, a esempio sul metodo delle primarie, è assolutamente un bene».
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