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VILLA D’AGRI – Continua lo stato di agitazione dei lavoratori del Consorzio di Bonifica Alta Val d’Agri, nonostante l’arrivo nella giornata di ieri di 250 mila euro per pagare una tranche delle sei mensilità arretrate.
La parola d’ordine è «manifestare fino a quando non verranno azzerate tutte le spettanze arretrate», per non ritornare «nella situazione di disperazione che si vive da sempre nell’ente».
Così spiegano i lavoratori del Consorzio alla notizia della prima parte di risorse finanziarie per pagare gli stipendi.
Certo la soddisfazione c’è, ma per ora sulla protesta «non si molla” fino a quando non si avranno tutte le risposte chiare e certezze sul futuro dell’ente. Una protesta iniziata giovedì scorso con un presidio permanente all’interno della sede. Una situazione definita disperata e per il responsabile della Fai – Cisl, Antonio Santomarino da irresponsabile, causata dall’utilizzo “da parte della Regione Basilicata dei due milioni di euro per pagare il debito con l’Enel e non gli stipendi ai lavoratori». Non solo, preoccupazione e dubbi anche per i fondi aggiuntivi di 500 mila che «non serviranno – ha dichiarato qualche giorno fa al Quotidiano Santomartino – solo per pagare gli stipendi ma anche i contenziosi che l’ente possiede, ed è per questo che un appello – evidenziava il sindacalista – sia al Prefetto che alla Regione Basilicata, sul controllo del pagamento degli stipendi». Un ente, il Consorzio di Bonifica, istituito negli anni ’50 che copriva 11 Comuni del comprensorio della Valle. Con la legge 33 del 2001, i Comuni sono diventati cinquantatre, ma reali e operanti sul territorio una quarantina. Per un periodo ha svolto un ruolo di centralità sul territorio, ma poi la situazione di crisi almeno sul fronte economico è subentrata nel momento in cui il ruolo dell’ente è stato modificato. Un punto di riferimento per gli agricoltori che ha contribuito allo sviluppo rurale e all’occupazione del territorio.
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