SONO 50 le persone destinatarie di ordinanze di custodia cautelare dopo una maxi operazione antidroga dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma, nei confronti di quattro organizzazioni criminali. I militari stanno eseguendo arresti, perquisizioni e sequestri nel Lazio, Lombardia, Campania e Calabria. I gruppi smantellati oggi operavano in Italia e nelle Canarie e intrattenevano affari in contesti criminali riconducibili a camorra e ‘ndrangheta, oltre alla criminalità organizzata sudamericana e albanese. Per la Calabria erano le cosche reggine di Platì e Sant’Ilario dello Jonio a gestire il traffico e i rapporti di affari.
Le quattro organizzazioni criminali importavano dal Sudamerica ingenti carichi di cocaina, hashish e marijuana sulla Capitale. L’operazione è condotta anche con l’interessamento delle autorità spagnole, portoghesi e albanesi perchè molti degli indagati sono all’estero. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina e le accuse sono di associazione per delinquere e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Durante le indagini, le intercettazioni hanno consentito di documentare la trattativa in Colombia con soggetti riconducibili al noto narcotrafficante italiano Roberto Pannunzi, all’epoca latitante, per la fornitura di oltre 200 chili di cocaina che avrebbe dovuto essere introdotta in Italia, occultata in un container scaricato nel porto di Napoli, grazie all’intervento di esponenti del clan Mazzarella. Nel corso dell’indagine, i carabinieri hanno eseguito numerosi interventi, sequestrando circa 240 kg di narcotico.
I VIAGGI DELLA DROGA. La droga arrivava dall’Albania nascosta nelle paratie dei tetti dei tir. Dalla Colombia nei container che scaricavano nel porto di Napoli con l’aiuto del clan camorristico dei Mazzarella. Addirittura sciolta nel rivestimento interno dei sacchi da boxe, sequestrati nel corso delle prime indagini, da cui si è poi sviluppata la più ampia operazione denominata “Paquetes”, condotta dal Carabinieri del nucleo investigativo di Roma, che oggi ha portato all’arresto di 50 persone (70 sono invece gli indagati) e allo smantellamento di quattro organizzazioni criminali operanti nell’area romana (tra Cinecittà, Guidonia Montecelio, Anzio e Nettuno), collegate da rapporti di affari ma autonome.
I RAPPORTI MALAVITOSI. Il sodalizio principale è quello che fa capo a Franco Lasi, alias Bruno ‘il pallonarò, di Cave (Rm), operante a Nettuno e capace di importare in Italia rilevanti carichi di droga approvvigionati direttamente nelle aree di produzione. Risultava in affari con esponenti di organizzazioni criminali straniere (albanesi, boliviane, colombiane, venezuelane) e, pur non affiliato, con esponenti di sodalizi di tipo mafioso: clan Mazzarella della camorra napoletana, clan D’Agostino della ‘ndrangheta di Sant’Ilario dello Jonio (Rc), clan Trimboli – Marando della ‘ndrangheta di Platì (Rc), nonchè con qualificati criminali del sud-pontino. I rapporti privilegiati con la criminalità organizzata albanese sono dimostrati dal sequestro a ottobre 2011 di un carico di oltre 200 kg di marijuana occultata nelle paratie di un Tir proveniente da Tirana Il genero di Lasi, l’albanese Blushaj Mikel, è stato assassinato il 28 febbraio scorso con 4 colpi d’arma da fuoco, mentre usciva dall’abitazione del boss dove si trovava agli arresti domiciliari. Inoltre, numerose intercettazioni hanno consentito di documentare la trattativa per l’importazione di un carico di 50 kg di cocaina con la trafficante argentina Viviana Claudia Manattini, poi assassinata in Bolivia. Nonchè la trattativa in Colombia con soggetti riconducibili al noto narcotrafficante italiano Roberto Pannunzi, all’epoca latitante, per la fornitura di oltre 200 kg di cocaina occultati in un container scaricato nel porto di Napoli, grazie all’intervento di esponenti del clan Mazzarella, da destinare in parte a gruppi criminali calabresi e siciliani con cui Lasi era in affari, al quale oggi sono stati sequestrati 100mila euro, probabile acconto per una nuova importazione di stupefacenti.
GLI AFFARI “FLUIDI”. I quattro sodalizi smantellati gestivano sull’area romana rapporti di affari fra di loro “molto fluidi”, hanno spiegato i Carabinieri nel corso di una conferenza stampa cui ha partecipato il comandante provinciale Roberto Mezzavilla. Si tratta di narcotrafficanti romani che venivano in contatto con organizzazioni di stampo mafioso, anche se a loro non viene contestata l’aggravante mafiosa. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Roma Bernadette Nicotra su richiesta della Dda della procura di Roma (sostituto procuratore Maria Cristina Palaia), contesta i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine partì nel 2010 a seguito dal sequestro di un plico inviato dal Paraguay contenente 3,5 kg di cocaina sciolta all’interno del rivestimento di un sacco da boxe e portò all’arresto di 5 persone attive nello smercio della droga nei quartieri romani di Testaccio e Ostiense. Il successivo sviluppo delle indagini ha consentito di arrivare alle 4 organizzazioni criminali: oltre a quella di Franco Lasi, la prima aveva la sua base operativa nel quartiere romano di Cinecittà ed era gestita da Manolo Giorgio e Sacha Fonzo, in affari con esponenti dei gruppi Senese e Casamonica e particolarmente violenti: sequestri di persona con minacce e violenze nei confronti dei creditori e intimidazioni a danno anche dei loro familiari. Il secondo gruppo criminale, capeggiato dal pregiudicato Salvatore Allocca, di stanza a Guidonia Montecelio, operava sull’asse Milano – Roma nella compravendita di vari tipi di narcotico importato dalla Spagna. L’ultimo sodalizio, capeggiato da Massimo Ludovisi e operante nella zona di Anzio e Nettuno, nonchè nell’isola di Tenerife (Canarie), era invece dedito all’importazione in Italia di ingenti carichi di cocaina che venivano trasportati dalla Colombia a bordo di barche a vela, scaricati nell’isola spagnola e successivamente trasportati in Italia occultati all’interno di autovetture. Nel complesso, i Carabinieri hanno sequestrato 220 kg di marijuana, 3 kg di hashish, 6 kg di cocaina riconducibili agli indagati, oltre ai 100mila euro in contanti nell’abitazione di Lasi.