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ROBERTO Pannunzi, il boss della ‘ndrangheta arrestato la settimana scorsa in Colombia, ha offerto 5 milioni di euro agli agenti venuti ad arrestarlo perchè gli permettessero di scappare: lo ha raccontato il generale Humberto Guatibonza, responsabile del Gaula, gruppo di forze speciali del paese sudamericano.
Protagonista di due clamorose fughe da strutture sanitarie di Roma, Pannunzi era chiamato il “Pablo Escobar italiano”, definito anche“il narcotrafficante più ricercato dell’Europa”. Nel momento in cui è stato catturato in un centro commerciale di Bogotà (LEGGI L’ARTICOLO), il boss era in possesso di una carta d’identità venezuelana a nome Silvano Martino. In una intervista radiofonica, Guatibonza ha ricostruito l’inchiesta che ha permesso l’arresto di Pannunzi, a partire dalla segnalazione arrivata dall’Italia: dopo la sua fuga dal carcere il boss del narcotraffico era arrivato in Brasile a bordo di una nave e da lì si era spostato in Venezuela e poi in Colombia.Dopo averlo ritrovato a Bogotà, “siamo arrivati sul posto per catturarlo – ha riferito Guatibonza – lo abbiamo abbordato e ci ha fatto vedere un documento che era evidentemente falso, sicchè alla fine ci ha detto chi era davvero”.Come ultimo tentativo di sfuggire all’arresto, Pannunzi – battezzato dalla stampa locale “il Pablo Escobar europeo” – ha offerto 5 milioni di euro agli agenti venuti a prenderlo. Non ha funzionato. E Pannunzi è finito in manette, è stato espulso dalla Colombia ed è arrivato in Italia. Ora sarà sottoposto al carcere duro del 41 bis.
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