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REGGIO CALABRIA – I finanzieri del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria hanno sequestrato beni per un milione di euro nei confronti del nucleo familiare di Pasquale Catanea, ritenuto dagli investigatori vicino alla cosca degli Alvaro-Violi-Macrì, dominante nel territorio di Sinopoli, e già condannato con sentenza definitiva per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini e gli accertamenti eseguiti, secondo l’accusa hanno dimostrato che Catanea, per eludere le leggi in materia di misure di prevenzione patrimoniali, aveva attribuito in modo fittizio a persone del suo nucleo familiare la proprietà di quattro appartamenti, di cui tre a Sant’Eufemia d’Aspromonte ed uno a Sinopoli, nonchè sei terreni a San Procopio, tutti coltivati ad uliveto, per un’estensione complessiva di oltre 110 mila metri quadri. Il provvedimento, disposto dal Gip del tribunale di Palmi Gaspare Spedale, su richiesta del pm Salvatore Dolce, è stato emesso nei confronti di Pasquale Catanea, della suocera di Catanea Concetta Zozzali, della nuora Maria Angela Scutellà e del genero Antonio Caruso. 

I finanzieri hanno appurato una evidente sperequazione fra le capacità reddituali dei soggetti acquirenti e le cospicue somme investite. Infatti, Catanea, fino a qualche anno prima di quella che gli investigatori definiscono la sua ascesa criminale, era una persona in condizioni economiche ai limiti della sussistenza, i cui redditi dichiarati sarebbero bastati a stento per il sostentamento del suo nucleo familiare composto da moglie e cinque figli. L’improvviso ed altrimenti non spiegabile arricchimento, considerato il tenore di vita ufficiale, per gli investigatori, aveva consentito a Catanea di accumulare ingenti risorse finanziarie che sono state destinate all’acquisizione del patrimonio immobiliare sequestrato
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