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a recente pronuncia della Corte Costituzionale che ha respinto le censure di illegittimità sulla legge di riforma della geografia giudiziaria riapre una ferita mai rimarginata.
Le modalità che hanno portato alla scelta del Tribunale di Melfi quale terzo tribunale regionale da sopprimere sono note e, purtroppo, impossibili da accettare per le ragioni tecniche da sempre fissate con la famigerata “Bozza Birritteri”.
Non è pensabile che il Tribunale di Melfi, anche alla luce delle peculiarità demografiche ed orografiche della Regione Basilicata, possa essere soppresso con un semplice tratto di penna.
La notevole distanza kilometrica di alcuni centri (anche fino a 90 km) e il notevole lasso di tempo di percorrenza (anche circa 1h e 30m) per raggiungere la sede accorpante non sono compatibili con un Paese europeo, costringendo una vasta area di popolazione di circa 100.000 abitanti ad un pendolarismo giudiziario lungo la SS 658 del tutto insufficiente sotto il profilo infrastrutturale.
Non è ragionevole constatare che le esigenze di soppressione, seppur con le dovute eccezioni, di molti uffici giudiziari oggi non più sostenibili in termini di costi economici e di efficienti risposte di giustizia quali giudici di pace e sezioni distaccate giustifichi la soppressioni di alcuni presidi giudiziari tra cui il Tribunale di Melfi.
E’, pertanto, doveroso chiedere un rinvio dell’entrata in vigore della legge di riforma della geografia giudiziaria al fine di consentire che siano valutate con la dovuta ponderatezza tutti i casi particolari, basandosi su un principio sacrosanto della soppressione di tutti i giudici di pace e delle sezioni distaccate, salvo eccezioni, e del mantenimento di tutti i tribunali, salvo eccezioni.
Che devono essere valutate caso per caso e senza la “Spada di Damocle” della vigenza della legge.
In questo modo è possibile centrare comunque il massimo dell’obiettivo amministrativo-legislativo, del quasi azzeramento di uffici giudiziari inutili e dispendiosi, ma rendendolo compatibile anche con il massimo dell’obiettivo politico, della salvaguardia della dignità delle popolazioni che subiscono coattivamente la riforma in oggetto.
Non si può non ripartire dalla seguente affermazione: << La soppressione del tribunale di Melfi appare veramente incomprensibile ed ingiustificabile >>.
Su questo presupposto appare necessario chiedere a tutti i parlamentari lucani impegnati ad ogni livello regionale-nazionale-europeo una proroga dell’entrata in vigore della legge.
Antonio Placido – Camera dei Deputati
Alfonso Ernesto Navazio – Consiglio Regionale di Basilicata
Michele Mastromartino – Consiglio Comunale di Melfi

«La recente pronuncia della Corte Costituzionale che ha respinto le censure di illegittimità sulla legge di riforma della geografia giudiziaria riapre una ferita mai rimarginata.Le modalità che hanno portato alla scelta del Tribunale di Melfi quale terzo tribunale regionale da sopprimere sono note e, purtroppo, impossibili da accettare per le ragioni tecniche da sempre fissate con la famigerata “Bozza Birritteri”».

La nota di denuncia è firmata da Antonio Placido, deputato Sel, Alfonso Ernesto Navazio, consigliere regionale di Scelta civica e Michele Mastromartino, consigliere comunale a Melfi. 

«Non è pensabile che il Tribunale di Melfi, anche alla luce delle peculiarità demografiche ed orografiche della Regione Basilicata, possa essere soppresso con un semplice tratto di penna.La notevole distanza kilometrica di alcuni centri (anche fino a 90 km) e il notevole lasso di tempo di percorrenza (anche circa 1h e 30m) per raggiungere la sede accorpante non sono compatibili con un Paese europeo, costringendo una vasta area di popolazione di circa 100.000 abitanti ad un pendolarismo giudiziario lungo la SS 658 del tutto insufficiente sotto il profilo infrastrutturale.Non è ragionevole constatare che le esigenze di soppressione, seppur con le dovute eccezioni, di molti uffici giudiziari oggi non più sostenibili in termini di costi economici e di efficienti risposte di giustizia quali giudici di pace e sezioni distaccate giustifichi la soppressioni di alcuni presidi giudiziari tra cui il Tribunale di Melfi.»

È da queste premesse che chiedono ai parlamentari lucani impegnati ad ogni livello regionale-nazionale-europeo un impegno per la proroga dell’entrata in vigore della legge.

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