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MATERA – L’allarme è scattato poco dopo le dieci di ieri mattina. L’edificio dell’ex centrale del Latte di viale delle Nazioni Unite era già in fiamme e produceva una scia di fumo nero che aveva invaso in pochi minuti il cielo del centro di Matera.

La struttura,  che ormai aveva chiuso la produzione da almeno 10 anni, era abbandonata e all’interno non aveva  che contenitori in tetrapack,  scatoloni vuoti e pochi arredi.

Immediato l’intervento degli uomini del Comando provinciale dei Vigili del fuoco.

«Fortunatamente – spiega il sostituto direttore anticendio Pasquale Maragno – siamo riusciti a contenere le fiamme». Le operazioni di bonifica sono andate avanti fino al pomeriggio, con l’ausilio dei vigili del fuoco di ferrandina e di altro personale che si è reso disponibile,  dal momento che il materiale che man mano veniva rimosso consentiva al tempo stesso di domare le fiamme che si erano depositate sotto i cartoni.

Maragno tiene a precisare che l’edificio non conteneva eternit, ma solo cemento armato, materiale usato per la sua costruzione.

Il fuoco ha danneggiato  in particolare la parte posteriore della struttura mentre gli effetti minori delle fiamme si sono registrati in quella che una volta era l’area destinata alla vendita anche se, come aggiunge 

Pasquale Maragno: «Ormai è tutto distrutto; d’altronde l’edificio versava in stato di abbandono da tempo».

Nessuno avanza ipotesi ufficiali ma circolano voci circa una porta trovata aperta e l’assenza, all’interno della struttura, di macchinari e collegamenti elettrici in funzione, che potrebbero  lasciare immaginare  che quelle fiamme non siano state l’effetto di un  mozzicone abbandonato o di un fenomeno di autocombustione.

Sul posto si è subito recato l’assessore comunale Giovanni Scarola che  conferma che l’amministrazione si stava attivando in queste settimane per riprendere possesso immediato dell’edificio. Tra il Comune e la società Latte di Puglia e Basilicata srl si era  concluso nel marzo scorso  un contenzioso che aveva portato alla condanna di quest’ultima per morosità  (sentenza n. 465/12 del tribunale di Matera, Got Lassandro Pepe) imponendo il pagamento di una somma che complessivamente si aggirerebbe intorno ai 400 mila euro e al rilascio dell’immobile.

A questa sentenza la società ha presentato appello; l’udienza si svolgerà il prossimo 11 dicembre.

Sulla destinazione di questo immobile si era sviluppata, nel tempo, una intensa polemica legata, come spesso accade, a probabili appetiti edilizi. Nel gennaio 2007, all’epoca della giunta guidata da Michele Porcari, proprio il sindaco disse: «L’interesse che deve essere tutelato è quello della collettività e per fare questo è necessario che sia chiaro ciò che si vende e la potenzialità economica dell’area».  Sulla vicenda intervenne anche il capogruppo dell’epoca di Rifondazione comunista, Michele Paterino che propose: «Bisogna valutare se ce n’è l’esigenza, la possibilità di poter destinare a fini istituzionali anche e soprattutto per la sua posizione strategica. Penso ad esempio – sostenne – alla sede del comando dei vigili urbani o a quella del consiglio comunale».

Il risultato, oggi, è sotto le masserizie finite in fumo.

a.ciervo@luedi.it

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