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MATERA – La Natuzzi replica alle parole pronunciate ieri sul Quotidiano da Tito Di Maggio  e  rivolte a Pasquale Natuzzi («è andato oltre la crisi di nervi, non sa come giustificare il fallimento e tenta di scaricarlo su altri. Natuzzi ha guidato un’azienda che è cresciuta solo grazie ai finanziamenti pubblici e che oggi senza più quei finanziamenti tenta di scaricare su altri le responsabilità»).

Tre gli aspetti che vengono evidenziati dalla Natuzzi attraverso una nota ufficiale di replica:  «Natuzzi S.p.A. è una società solida che da diversi anni denuncia un problema di esuberi legato principalmente alla non competitività delle produzioni italiane, fortemente impattate dagli effetti della globalizzazione, dal forte apprezzamento dell’euro verso le principali valute, dalla crescente pressione sui prezzi esercitata dei paesi emergenti con produzioni a basso costo di manodopera, dall’alto costo del lavoro e dal dilagare del fenomeno della concorrenza sleale e del ricorso al lavoro nero».

Poi si danno una serie di dati sull’impegno e gli investimenti di Natuzzi.

«E’ opportuno sottolineare che nel periodo 1987 – 2012 il Gruppo Natuzzi ha effettuato investimenti nel territorio pari a 372,47  milioni di euro (destinati a impianti produttivi, macchinari e attrezzature), con contributi pubblici di 56,62 milioni di euro.

 Le tasse e i contributi versati nello stesso periodo allo Stato ammontano a 844,09 milioni di euro: per ogni euro investito, lo Stato ne ha ricavati quindici. 

 Inoltre – dal 2002 al 2012 – il Gruppo ha investito 420 milioni di euro per il riposizionamento della marca Natuzzi Italia.

Tali investimenti sono stati autofinanziati e sono il risultato di una responsabile politica di distribuzione di dividendi, che ha sempre anteposto l’interesse dell’azienda a quello degli azionisti.

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