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POTENZA – La svolta è stato l’accordo di massima con i comuni della Val d’Agri per quasi un miliardo di gas naturale come compensazione. Ora la firma dell’intesa per l’aumento di estrazioni è davvero a un passo, e Vito De Filippo sembra tutt’altro che intenzionato a lasciare la chiusura del negoziato al suo successore. Fosse pure l’ultima cosa che farà come presidente della giunta.

Ha subito una brusca accelerata la trattativa tra Regione, Eni e Shell per incrementare la produzione di greggio nell’area della concessione “Val d’Agri”. In ambienti bene informati c’è già chi si dice convinto che nelle prossime settimane se ne sentirà parlare e non poco. In Basilicata come nel resto d’Italia. Dato che l’accordo rappresenterebbe il primo passo verso la realizzazione del piano energetico nazionale disegnato dal Ministero dello sviluppo economico diretto da Corrado Passera, con quanto ne consegue in termini di promesse di ricadute.

Sul tavolo c’è sempre l’autorizzazione per l’estrazione di 25mila barili in più al giorno da sommare ai 104mila già autorizzati nel 1998 per la compagnia del cane a sei zampe e il suo socio anglo-olandese. Il negoziato va avanti ormai da due anni e mezzo quando in maniera perfettamente bipartisan due lucani, il governatore democratico della Regione Vito De Filippo e l’ex sottosegretario azzurro allo Sviluppo economico Guido Viceconte hanno sottoscritto il «Memorandum d’intesa Stato-Regione Basilicata per l’accelerazione dello sviluppo regionale attraverso politiche aggiuntive di sviluppo industriale generatore di occupazione, di incremento della dotazione infrastrutturale, di investimenti in ricerca e innovazione connesse alla ricerca e coltivazione delle fonti fossili in Basilicata».

A tanto si era arrivati dopo una lunga discussione in Consiglio regionale, sempre ad aprile del 2011, dove De Filippo ricordando «che lo strumento quadro dell’intesa  è obbligatoriamente definibile ed approvabile dal Consiglio Regionale» si era impegnato relazionare in continuo sulla prosecuzione del negoziato. Poi da Roma è giunto l’annuncio della card e del bonus benzina per i lucani. Quindi a gennaio del 2012 è stato il turno dell’articolo 16 del decreto legge sulle liberalizzazioni del governo Monti in cui veniva recepito appieno lo spirito del Memorandum. Entro 6 mesi «al fine di favorire nuovi investimenti di ricerca e sviluppo delle risorse energetiche nazionali strategiche di idrocarburi, garantendo maggiori entrate erariali per lo Stato», il Ministero per lo sviluppo economico avrebbe dovuto approvare un regolamento per stabilire «le modalità per individuare le effettive maggiori entrate e le modalità di destinazione di una quota di tali maggiori entrate per lo sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi e dei territori limitrofi».

Ma allo scadere del termine stabilito del regolamento si sono perse le tracce. Quindi a luglio del 2012 il Consiglio regionale avrebbe approvato all’unanimità una moratoria sulle nuove estrazioni bocciata dalla Corte costituzionale soltanto agli inizi di giugno. E si è tornati al punto di partenza. Sempre in attesa del Ministero, sollecitato da ultimo due giorni fa dal deputato Pdl Cosimo Latronico.

Con ogni probabilità prima della stipula dell’intesa, ci sarà quindi l’atteso parto del regolamento in questione. Dopodiché la firma di De Filippo e dei rappresentanti di Eni e Shell sarebbe cosa già fatta. E non è finita. Infatti in ambienti bene informati si parla persino di un prossimo ruolo nel management della compagnia del cane a sei zampe per l’attuale direttore generale dell’ambiente della Regione, l’ex Enea Donato Viggiano, un fedelissimo di De Filippo. Talmente fidato da restare al suo posto nonostante lo scalpore suscitato dalla partecipazione della moglie in una società impegnata nei lavori di ampliamento del centro oli Eni di Viggiano, autorizzati dalla giunta proprio su proposta del dipartimento da lui diretto. Lavori per cui l’Eni ha dovuto fermare la produzione per diversi giorni, rimettendoci qualcosa come 7 milioni al giorno, eppure ha ammesso di essersi già portata avanti rispetto all’aumento di produzione tuttora in corso di negoziazione, e ha realizzato una quinta linea di trattamento gas a dir poco sovradimensionata rispetto agli standard attuali.

Un’ultima questione riguarda il valore di un’intesa come quella che il governatore si accingerebbe a firmare, dal momento che le leggi, come lui stesso ricordava ad aprile del 2011 prevedono un’ulteriore passaggio in Consiglio regionale in cui i suoi termini potrebbero anch’essere rivisti. Incluso l’accordo di massima già raggiunto con i comuni della Val d’Agri. De Filippo starebbe cercando di bypassare la discussione e il voto nel parlamentino lucano, anche per paura di agguati da parte della sua stessa coalizione. Ma sulla questione non è esclusa la possibilità di maggioranze alternative, e i consiglieri Pdl ancora ricordano la “strigliata” ricevuta da Roma per il voto a favore della moratoria. Una prospettiva che andrebbe inquadrata anche rispetto alla campagna elettorale che sta per cominciare, a possibili fuoriuscite e a collaborazioni cimentate proprio lungo il percorso di questa negoziazione. Cosa che potrebbe ricondurre a miti consigli anche i più duri oppositori del presidente dimissionario.

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