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MATERA – Per la prima volta ha indossato la sua divisa da generale nella sala dedicata a Carlo Levi, all’interno di Palazzo Lanfranchi dove ogni giorno lavora.  Per Angelo Raffaele Tataranni, generale dei  Cavalieri della Madonna della Bruna, la cerimonia della vestizione che ieri per la prima volta si è svolta nel Museo di piazzetta Pascoli, ha avuto l’impatto forte di un’emozione mai provata, nonostante da 16 anni vesta i panni del capo della guarnigione a cavallo che protegge la Madonna della Bruna.  

Ieri si leggeva chiaramente nei suoi occhi il senso di  responsabilità, il ruolo che la storia gli ha consegnato da tempo e che egli condivide con moglie e figlia. E’ per questo che la vestizione è in realtà la rappresentazione familiare così come Matera ancora la intende. Il padre orgoglioso al centro della scena nella quale i familiari sembrano solo apparentemente figure di contorno. Spetta a loro, invece, allestire un vero e proprio atto unico nel quale gli abiti che il generale indosserà indicano non solo la sua condizione all’interno della guarnigione dei Cavalieri, ma anche l’importanza della sua posizione, come testimoniano  i ricami che ornano i velluti del suo costume.  

Una breve digressione merita la scelta del luogo: positiva la decisione  di trasferire il  luogo della cerimonia dall’abitazione di Tataranni, al rione Pini, alle sale ricche di storia e cultura di Palazzo Lanfranchi.  Non così, purtroppo, si può dire sotto il profilo dell’effetto sul pubblico, co-protagonista di questo momento.  La sala Levi, purtroppo, non ha consentito di poter assistere con visuale adeguata alla vestizione del generale seguita con entusiasmo da molti cittadini che non hanno voluto mancare a questo appuntamento che, di fatto, apre le celebrazioni del giorno più lungo della città.  

Troppa ressa attorno al luogo in cui erano esposti gli abiti  ha impedito che il pubblico potesse godere di un momento così suggestivo.   Forse la suggestione avrebbe potuto essere ampliata, a tutto vantaggio dei cittadini, se gli organizzatori avessero utilizzato la magnifica terrazza di Palazzo Lanfranchi sulla quale, ospitato su un piccolo palchetto, il generale avrebbe potuto  completare le fasi finali della  sua vestizione in un contesto più facilmente accessibile. In questo modo anche il compito dei mezzi di informazione avrebbe potuto essere svolto più agevolmente, consentendo un risultato  ancora più capillare rivolto  a chi non ha potuto  seguire direttamente le fasi iniziali della festa della Bruna.  La sorpresa del mattino è consistita, poi, nella guida della carrozza su cui il Generale ha raggiunto la chiesa di S. Francesco d’Assisi, scortato dai suoi Cavalieri: a condurre il cocchio era infatti Antonella Carlucci, sorella dell’auriga che in serata ha condotto il Carro trionfale. 

a.ciervo@luedi.it

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