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«L’operazione di verticalizzazione del Patto di stabilità è un segnale positivo proveniente dalla Regione Basilicata che, come ha detto il presidente De Filippo, va intesa come territorio», ha detto il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, riferendosi «all’approvazione da parte della Giunta regionale della cessione di una parte della propria capacità di spesa alle due province e ad alcuni comuni (quasi quattro milioni di euro a favore dell’amministrazione provinciale di Potenza)».
«I fondi derivanti dalla verticalizzazione del Patto – ha proseguito – sono importanti e permettono di riavviare i lavori delle opere finanziate con risorse esclusive dell’Ente provinciale. Nelle prossime settimane, tuttavia, resta prioritario e necessario favorire tutte le azioni in grado di avviare l’ingente quantità di altri cantieri, finanziati con risorse provenienti dai programmi Fesr 2001/2006, Fas, dal decreto 112/98 e dalle royalty, per un ammontare di circa 126 Meuro».
«Abbiamo colto al massimo – ha continuato – le opportunità del DL 35 (sblocca debiti PA), l’intervento governativo teso a sbloccare la possibilità per comuni e province di pagare i debiti arretrati, azzerando tutti i debiti al 31/12/2012 e procedendo al pagamento degli stati di avanzamento dei primi mesi del 2013. In assenza di ulteriori azioni e di una riflessione aperta al mondo delle imprese e del lavoro, corriamotuttavia il rischio di bloccare l’esecuzione di una grande quantità di opere, nel periodo dell’anno, quello estivo, più favorevole alla loro realizzazione. Si tratta di opere importanti per le comunità, ma anche di una risposta efficace alla crisi e all’occupazione, soprattutto per un comparto come quello delle costruzioni che registra la perdita di migliaia di posti di lavoro. E’ evidente, dunque – ha concluso Lacorazza – che occorre ragionare ad una modifica del Patto di stabilità, per garantire economia, occupazione e la necessaria garanzia dei servizi essenziali. Bisogna sbloccare 40 Md dei debiti della PA verso le imprese, tutti nel 2013, per arrivare a cambiare il patto nel 2014».
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