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Taranto, 2 lug. – I lavoratori del Gruppo Natuzzi hanno aderito stamani allo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali dopo l’annuncio del piano di riorganizzazione industriale che prevede tra l’altro l’avvio di procedure di mobilità per 1.726 dipendenti (1.580 negli stabilimenti produttivi e 146 negli uffici centrali). Alcune centinaia hanno partecipato a un’assemblea dinanzi allo stabilimento di Santeramo in Colle dove è la sede centrale del gruppo leader nel settore del mobile imbottito. (AGI)
(AGI) – Taranto, 2 lug. – Secondo il piano aziendale, sono destinati a chiudere lo stabilimento di Ginosa, dove lavorano 400 persone, e quello di Matera, ma sono previsti contraccolpi anche a Laterza, dove ci sono altri 600 addetti, con una riduzione dei turni di lavoro. 
Stamattina ci sono stati presidi dei lavoratori davanti agli stabilimenti di Ginosa e di Laterza, dopodichè i lavoratori si sono spostati a Santeramo in Colle, nel barese dove è il quartier generale della Natuzzi. Lo sciopero dovrebbe terminare oggi in attesa del nuovo incontro convocato al ministero dello Sviluppo economico per il 5 luglio. 
A Ginosa e Laterza l’insediamento Natuzzi risale ad alcuni anni addietro, c’erano già stati scioperi a metà giugno quando erano stati annunciati i tagli. Poi l’agitazione era rientrata a fronte dell’attesa del piano industriale che è stato appunto presentato ieri e che prevede tra l’altro la chiusura del complesso di Ginosa. (AGI)
(AGI) – Taranto, 2 lug. – A Ginosa si provvede alla cucitura delle pelli che rivestono i divani e al loro assemblaggio. Analoga lavorazione è svolta anche nella sede di Jesce a Matera. A Laterza, invece, si provvede al taglio delle pelli. A Ginosa per stasera è stato convocato il Consiglio comunale in seduta straordinaria. “Sono letteralmente sbigottito dalla notizia – ha commentato il sindaco Vito De Palma (Pdl) sulla crisi Natuzzi – quella che era una bomba ad orologeria è deflagrata colpendo in pieno solo la comunità ginosina sulla quale grava tutto il fardello della crisi del mobile imbottito nella Regione Puglia. Non posso pensare che Pasquale Natuzzi abbia fatto delle scelte così importanti per la nostra comunità senza ponderare quelle che sono le situazioni esistenti. Sono altresì indignato dal maldestro tentativo della dirigenza Natuzzi di tentare di derubricare tale atto gravissimo, lesivo della dignità dei miei concittadini che lavorano presso lo stabilimento Natuzzi di Ginosa, a semplice riorganizzazione del gruppo e dal chiedere l’intervento delle istituzioni per calmare la rabbia dei lavoratori che già da domattina potrebbero iniziare a ricevere le lettere di licenziamento”. 
Fondato nel 1959 da Pasquale Natuzzi, il gruppo industriale 
disegna, produce e vende una vasta collezione di poltrone, divani, mobili e complementi d’arredo. Con un fatturato nel 2012 di 468,8 milioni di euro, Natuzzi è il più grande produttore italiano nel settore dell’arredamento ed è leader nel settore dei divani in pelle, attualmente conta oltre 3.100 dipendenti diretti e circa 1350 nell’indotto. Natuzzi spa è quotata al New York Stock Exchange dal 13 maggio 1993. (AGI)

I lavoratori del Gruppo Natuzzi hanno aderito stamani allo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali dopo l’annuncio del piano di riorganizzazione industriale che prevede tra l’altro l’avvio di procedure di mobilità per 1.726 dipendenti (1.580 negli stabilimenti produttivi e 146 negli uffici centrali). 

 

Alcune centinaia hanno partecipato a un’assemblea dinanzi allo stabilimento di Santeramo in Colle dove è la sede centrale del gruppo leader nel settore del mobile imbottito. Secondo il piano aziendale, sono destinati a chiudere lo stabilimento di Ginosa, dove lavorano 400 persone, e quello di Matera, ma sono previsti contraccolpi anche a Laterza, dove ci sono altri 600 addetti, con una riduzione dei turni di lavoro. 

La riunione al ministero dello Sviluppo economico, il prossimo 5 luglio, per esaminare le prospettive di Natuzzi è «un punto di ripartenza dopo un annuncio choc», ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo (Pd). Il governatore ha fatto notare che «l’azienda non può agire del tutto svincolata da un senso di responsabilità di impresa come lascerebbe presupporre la chiusura di due stabilimenti e la messa in mobilità di oltre 1.700 lavoratori mentre è in atto uno sforzo corale per il rilancio del mobile imbottito. Per questo ritengo che dal confronto al ministero non possano che arrivare elementi utili e confortanti».

Il presidente della regione, Vito De Filippo, ha detto che «è sempre opportuno, nelle fasi di confronto, evitare toni aspri e contrapposizioni radicali, ma è altrettanto giusto chiarire che la responsabilità del Paese è una responsabilità collettiva e che se si decide di marciare tutti insieme in una direzione, in questo caso di tentare il rilancio del polo murgiano del mobile imbottito, nessuno può tirarsi indietro e far fallire tutto, men che meno chi giustamente rivendica e ha rivendicato un ruolo chiave in un distretto produttivo. E appena qualche giorno fa il ministro Giovannini ha ripetuto che alla politica sta il compito di costruire condizioni di contesto per favorire le politiche industriali, ma poi sono gli imprenditori ad essere chiamati direttamente in causa. E, ripeto, sono certo che girare le spalle al problema non è quello che, a dispetto degli annunci, può fare il gruppo Natuzzi anche se, evidentemente, quanto annunciato è il sintomo di una difficoltà che, ancora una volta tutti insieme, dobbiamo affrontare. E anche per questo – ha concluso – la sede ministeriale credo sia quella più appropriata».

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