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POTENZA – In Basilicata la questione Speranza candidato governatore per il centrosinistra alle elezioni regionali del 17 e 18 novembre sembra essere ormai solo una sorta di coperta di Linus per provare a tenere ancora imballato gli scontri frontali nel Pd. Insomma si “usa” Speranza e sue scelte per continuare solo a minacciare lo scontro tra correnti ma rinviarlo ancora in attesa magari che qualcosa accada.
Ma da Roma arrivano notizie che riaprirebbero la partita lucana anche per Roberto Speranza nonostante la recente nomina al Copasir e il ruolo di capogruppo del Pd alla Camera. La questione la “riapre” nel suo articolo (pubblicato ieri a pagina 11 del Corriere della Sera) Maria Teresa Meli. La giornalista svela alcuni retroscena della partita nazionale che si sta giocando Matteo Renzi per la segreteria nazionale del Partito democratico nazionale.
Secondo Maria Teresa Meli le strade percorribili da Renzi per prendersi il partito sarebbero due. Una in particolare, quella del “grande accordo interno” interesserebbe da vicino le sorti politiche anche della Basilicata. Questo il retroscena che svela il Corriere della Sera: «(…) Roberto Speranza verrebbe candidato alla regione Basilicata, dove, dopo i recenti scandali, il Partito democratico ha bisogno di un volto nuovo e dotato del giusto appeal; Cuperlo prenderebbe il suo posto alla presidenza della Camera dei deputati e D’Alema si candiderebbe alle europee (…)».
Ovviamente Maria Teresa Meli propone anche un altro scenario dove Speranza rimane al suo posto. In ogni caso evidenteme la questione è ancora aperta. Bisogna vedere, ritornando a guardare con l’occhio lucano se i tempi coincidono: perchè gli accordi a Roma possono anche aspettare mentre in Basilicata il Pd non può temporeggiare più di tanto. Perchè se la guerra interna dovesse esplodere con virulenza nemmeno il nome di Speranza potrebbe bastare a placare gli animi.
Ad ogni modo con la questione candidatura alla presidenza della Regione per il Pd ancora in alto mare il partito vive nei territori la solita e frenetica dialettica accesa. Oggi ad esempio a Potenza si svolge la Direzione del Pd di Potenza città convocata dal coordinatore cittadino Giampiero Iudicello. Pare che qualche turbolenza all’orizzonte ci sia. Intanto non si sa ancora se la riunione è aperta o no. E poi è noto che più di qualcuno aveva chiesto il rinvio che non è stato concesso. In particolare si dice dispiaciuto di non poter esserci il renziano e consigliere comunale Rocco Fiore «mi dicono che non é stato possibile spostarla poiché rinviata già tre volte e capisco che l’esigenza di affrontare alcune questioni vada bel oltre la presenza di un singolo, purché le si affrontino».
E Fiore quindi auspica che comunque vengano affrontati dei nodi: «Non credo sia giusto e opportuno arrivare a tali appuntamenti elettorali (regionali anticipate e comunali tra meno di un anno ndr) con questo Pd cittadino completamente spento nell’azione e nell’attività politica in città, che non riesce in alcun modo a fare sintesi ed a condizionare i processi politico amministrativi che pure con mille sforzi ed altrettante difficoltà e responsabilità, quotidianamente, vengono messi in campo».
E quindi Fiore “attacca”: «Non si risolvono problemi stendendo veli di silenzio così come è avvenuto, ad esempio, sul risultato delle politiche nella città di Potenza».
Fiore anticipando una lettera che verra letta nella Direzione politica aggiunge: «O comprendiamo che siamo definitivamente ad una svolta, che si chiude altrettanto definitivamente una stagione politica, che occorre aprire il Pd e riempirlo di istanze e di progettualità, oppure assumeremo su di noi la responsabilità di intraprendere la via del fallimento».
sal.san.
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