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GIOIA TAURO (RC) – L’imprenditore Antonino de Masi ha annunciato alle organizzazioni sindacali che «dal prossimo 10 luglio chiuderà il suo stabilimento per crimini di Stato». De Masi, protagonista di numerose denunce contro i tassi usurari applicati dalle banche e vittima di intimidazioni da parte della criminalità, nella lettera inviata ai sindacati sostiene che «un pezzo dello Stato è riuscito laddove non è riuscita la criminalità. Il 20 di giugno scorso – si legge nelle missiva inviata ai sindacati e alle istituzioni – il Tar di Reggio Calabria si è pronunciato, per la 14/ma volta, in merito alla concessione del mutuo antiusura che doveva esserci erogato entro pochi mesi dalla domanda, presentata nel 2006, così come previsto dalla legge la cui finalità è quella di tutelare le vittime di usura dando compiuta attuazione, come affermato dalla predetta sentenza, “a quei valori di solidarietà e di tutela che discendono dai principi generali dell’art. 2 e 3 della Costituzione di cui la legge 108/1996 va considerata direttamente esecutiva”. La sentenza come tutte le altre in precedenza, ci riconosce il diritto ad avere il mutuo. La presente lettera, indirizzata in primis alle Organizzazioni sindacali e per conoscenza a tutte le Istituzioni, è l’amaro annuncio che il 10 luglio avvieremo le procedure di chiusura dello stabilimento di Gioia Tauro con i relativi licenziamenti di tutto il personale».
LA MEDIAZIONE. Davanti all’annuncio di De Masi di chiudere lo stabilimento, l’assessore al lavoro, formazione professionale e politiche sociali, Nazzareno Salerno, ha convocato l’imprenditore per martedìalle 10, nella sede dell’assessorato.
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