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CATANZARO – Nuovi approfondimenti nell’ambito dell’inchiesta sul parco commerciale Romani di Catanzaro. Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, è stato sentito stamane come testimone in Procura. Con lui era presente anche l’avvocato Raffaele Mirigliani in qualità di legale del Comune di Catanzaro. L’audizione è avvenuta davanti al procuratore aggiunto della Repubblica Giuseppe Borrelli, ed al sostituto Carlo Villani, che sono titolari dell’inchiesta sul parco commerciale Romani.
Sui contenuti viene mantenuto il massimo riserbo. Il sindaco è considerato persona informata sui fatti. Nel novembre scorso la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’acquisizione di numerosi atti e documenti eseguita dai militari della Guardia di finanza presso il Comune.
L’INCHIESTA – Quella del parco commerciale è una storia che, al di là della vicenda giudiziaria, si rincorre ormai da diversi anni. Al centro delle indagini c’è quella permuta stilata dalla società Argento di cui era socio Gaetano Romani, con il Comune che acquisì due immobili di proprietà degli imprenditori Giuseppe Gatto e Giuseppe Speziali. La permuta serviva per compensare quel debito di oltre tre milioni di euro che lo stesso Romani aveva con il Comune. Sotto la lente degli investigatori c’è la decisione dell’allora amministrazione comunale (a maggio del 2011), tramite la municipalizzata Catanzaro Servizi, di realizzare il centro fieristico nel Parco Romani con l’utilizzo di un finanziamento pubblico di circa cinque milioni di euro.
GLI INDAGATI – Gaetano Romani è indagato nell’inchiesta. E, almeno per il momento gli indagati in tutta la vicenda, sono nove. Con accuse di reato che vanno, a vario titolo, dalla tentata truffa alla tentata percezione di fondi pubblici. Oltre al nome di Romani ci sono quelli dei presidenti di Confindustria Calabria e Catanzaro, Giuseppe Speziali e Giuseppe Gatto, del presidente della società partecipata dal Comune “Catanzaro Servizi” Giuseppe Grillo, del legale rappresentante della Parco Romani srl e del consigliere comunale Francesco Lacava, dell’ex dirigente del Comune e presidente dell’ordine degli architetti Biagio Cantisani, del dirigente di Palazzo de Nobili Alba Felicetti, e del responsabile unico del procedimento Marina Pecoraro. Per i primi, il coinvolgimento nell’atto di transazione relativo a due immobili di viale Argento e viale de Filippis, che i periti della Procura ritengono siano stati supervalutati per essere ceduti da Romani al Comune di Catanzaro a compensazione di un debito di oltre 3 milioni di euro. A questi primi nomi, subito dopo i primi avvisi di garanzia, si è aggiunto anche il nome di Paolo Abramo coinvolto per aver presieduto il tavolo di concertazione che portò a dirottare sul mastodontico centro commerciale alle porte della città la scelta per la realizzazione di un Centro espositivo fieristico oggetto di un finanziamento del ministero delle Attività produttive di ben 5 milioni di euro.
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