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NICOTERA (VV) – Anche in una regione abituata alle intimidazioni contro gli amministratori locali, la vicenda di Nicotera ha turbato gli animi. I 40 colpi di kalashnikov (LEGGI L’ARTICOLO) esplosi contro la casa del sindaco Francesco Pagano sono penetrati e hanno devastato il bagno dell’abitazione. Un raid di violenza micidiale, tanto che se all’interno della stanza ci fosse stato qualcuno sarebbe stata una strage. E fino a pochi minuti prima degli spari, in quel bagno in effetti c’era la suocera di Pagano, che vive insieme al marito in quel piano terra della casa, sotto all’appartamento del sindaco. Lui, invece, da qualche giorno si era trasferito nella casa di Nicotera Marina.
Ma non riesce a darsi pace, dice, al pensiero che potevano esserci conseguenze fatali «per persone che hanno come unica colpa quelle di essere i miei suoceri». Secondo il sindaco però, è tutta a città che «non meritava questo ulteriore atto di inaudita efferatezza». Nel 2012 Pagano era stato eletto nella tornata amministrativa che ha fatto seguito a un commissariamento per infiltrazioni mafiose. «Noi – dice – come amministrazione comunale, stavamo indirizzando tutti i nostri sforzi a far recuperare alla nostra città un’identità di comunità serena, laboriosa che rifugge da ogni attività criminale, per restituirla al Paese, come città che guarda con fiducia al proprio futuro».
Ora, però, Pagano è scosso: «Non sono un eroe, sono una persona con mille dubbi e perplessità». E spiega: «Quello che è successo non mi può lasciare indifferente, anzi mi impone una riflessione pacata, serena da condividere con la mia famiglia, i miei collaboratori, compagni di viaggio di questa esperienza amministrativa. Sono il sindaco di questo paese da otto mesi, non sono un politico di professione, devo garantire alla mia famiglia la serenità e la tranquillità di cui hanno bisogno». Chiede un momento di riflessione, il sindaco.
Nel frattempo, in mattinata si è svolta una riunione tecnica di coordinamento delle forze polizia convocata stamani dal prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari. Sono stati disposti mirati controlli del territorio e l’intensificazione dei servizi di vigilanza. «Il ripetersi di atti intimidatori ai danni di amministratori pubblici – riporta una nota della prefettura – rappresenta un inquietante e grave fenomeno delittuoso che finisce per incidere sull’ordinato e democratico funzionamento delle amministrazioni locali che, in un contesto provinciale caratterizzato dalla presenza di temibili e radicate famiglie malavitose, devono rappresentare un importante avamposto di legalità, in grado di arginare i costanti tentativi di infiltrazione negli enti locali da parte della criminalità organizzata».
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