CATANZARO – Confermata in appello la condanna all’ex pentito Antonino Lo Giudice, sparito nei giorni scorsi dopo aver lasciato un memoriale in cui ritrattava tutto ciò che aveva dichiarato ai magistrati della Dda di Reggio Calabria. Nino “il nano” è stato condannato dal giudice della Corte d’Appello Giancarlo Bianchi, a sei anni e quattro mesi di reclusione. Lo Giudice si era autoaccusato di essere l’ideatore della stagione delle bombe del 2010 a Reggio Calabria. Lo Giudice, al termine del processo con rito abbreviato, oltre allo sconto di pena previsto dal rito, ha avuto concesse le attenuanti generiche ed i benefici previsti dalla normativa sui collaboratori di giustizia.
Lo Giudice si e’ autoaccusato di essere il mandante dell’attentato compiuto nel gennaio 2010 contro la Procura generale reggina, di quello dell’agosto successivo ai danni dell’edificio in cui abita il procuratore generale di Reggio, Salvatore Di Landro, e dell’intimidazione ai danni dell’allora procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, con il ritrovamento di un bazooka a poche centinaia di metri dal palazzo della Dda. Per quanto riguarda le bombe e l’intimidazione, Nino Lo Giudice ha chiamato in causa anche il fratello, Luciano Lo Giudice,, Antonio Cortese, considerato dagli investigatori l’armiere della cosca, e Vincenzo Puntorieri. Questi ultimi tre sono stati citati a giudizio con rito immediato. Il processo davanti ai giudici del Tribunale di Catanzaro e’ iniziato nel giugno del 2012. Oggi è giunta la conferma la condanna in Appello.