MANTOVA – Le troppe assenze, come scrive la Gazzetta di Mantova Online, hanno destato immediatamente l’attenzione del datore di lavoro che non ci ha pensato su due volte e gli ha sguinzagliato dietro un investigatore privato e dopo aver visto i filmati e le fotografie, ha proceduto al licenziamento di un dirigente sorpreso a mare in Calabria mentre invece avrebbe dovuto essere in malattia. Quindi, troppe assenze per malattia, la ragione ufficiale del licenziamento secondo l’azienda, e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è giunta quando il dirigente ha inviato un certificato medico in piena stagione estiva, il datore di lavoro, come dicevamo, ha assunto un investigatore privato. Questi ha pedinato il dirigente malato fino in Calabria dove per alcuni giorni gli ha fatto da vicino di ombrellone e l’ha spiato con tanto di video e fotocamera.
L’uomo di 52 anni è stato filmato durante il nuoto, il trasporto delle valigie e nelle fasi del corso di sub. Al suo rientro dalla vacanze ha trovato sulla scrivania direttamente la lettera di licenziamento.
Prima ha chiesto spiegazioni al datore di lavoro e poi ha fatto ricorso al giudice del lavoro impugnando il licenziamento per giusta causa adottato dall’azienda. L’ambiente è quello di un’azienda di medie dimensioni dell’Alto Mantovano che operano nel settore filati. Il dirigente parte l’ultima settimana di luglio, lo aspettano 15 giorni di vacanza. Poi chiede un ulteriore periodo, un’altra settimana da attaccare alle ferie di agosto. L’azienda gli respinge la proposta. Ma lui non rientra al lavoro perché s’ammala. O almeno così dice il certificato medico inviato da Tropea che di fatto gli allunga di una settimana l’assenza dal lavoro. Ed è qui che, su iniziativa dell’amministratore dell’azienda, entra in ballo l’investigatore privato. Un vero e proprio segugio che diventa la sua ombra riuscendo addirittura a piazzarsi sulla spiaggia con il lettino accanto al suo. «Martedì 25 agosto, Tropea, ore 10.35, spiaggia, servizio di osservazione e controllo con fotocamera…».