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SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – L’accusa per un autista di pulmann del cosentino è gravissima: avrebbe escogitato uno stratagemma per restare solo sul veicolo con una studentessa, figlia di amici di famiglia, poi avrebbe allungato le mani su di lei, interrotto solo per una coincidenza. Una storia da incubo per le giovani donne che affrontano spesso viaggi sui mezzi pubblici. Ma per l’autista accusato, la prima difesa arriva proprio da un gruppo numeroso di donne, sedici in tutto, che viaggiano abitualmente sul pullman che lui conduce e che hanno sottoscritto una lettera di solidarietù con l’uomno indagato: “Un fulmine a ciel sereno”, definiscono quanto accaduto.

SUL BUS TRA SAN GIOVANNI IN FIORE E COSENZA – Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che ha portato agli arresti domiciliari Salvatore Angotti, 44 anni di San Giovanni in Fiore, la violenza sarebbe avvenuta su una giovane che era solita prendere il bus di una linea privata nella città silana per arrivare a Cosenza, dove frequenta una scuola superiore. Il 29 maggio Angotti avrebbe fatto scendere i passeggeri all’altezza di Spezzano Sila adducendo un problema ai freni. Tutti tranne la minorenne, rassicurandola che l’avrebbe portata a scuola. Invece -sempre secondo l’accusa – una volta arrivato a Cosenza avrebbe preso, incurante delle richieste della giovane di farla scendere, un’altra strada e si sarebbe fermato in una piazzola, nei pressi del deposito dell’Amaco. Quindi si sarebbe seduto, una volta tirate le tendine, al fianco della sedicenne, che si era messa in fondo al pullman, quindi l’avrebbe baciata sulla guancia e sul collo, per poi toccarle le parti intime. Provvidenziale la telefonata di un’amica della ragazzina, che – preoccupata del ritardo – la chiamò sul cellulare. A quel punto Angotti sarebbe ritornato alla guida del pullman e avrebbe portato la ragazzina a scuola, invitandola a non dire nulla di quanto accaduto. La giovane, appena scena, raccontò invece tutto alle compagne di classe, a una professoressa e ai genitori. Da qui la denuncia in questura e l’arresto, eseguito mercoledì.

“CI HA SEMPRE RISPETTATE” – Da San Giovanni in Fiore arriva ora la presa di posizione arriva di sedici donne, che sono solite prendere lo stesso pullman per andare a Cosenza: «In merito al grave fatto accaduto in questi giorni – si legge nella lettera – noi donne pendolari di San Giovanni in Fiore vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nostra affettuosa solidarietà al caro amico Salvatore, in un momento in cui lo stesso subisce un brutto attacco che lascia tutte noi incredule ed indignate per l’assoluta infondatezza della accuse cadute al malcapitato, come “un fulmine a ciel sereno”, al quale noi pendolari possiamo imputare il torto di essere una persona onesta, rispettosa, che in tutti questi anni di servizio ha anteposto il rispetto delle persone ad ogni cosa, dimostrandosi persona seria e dedita al lavoro».

La missiva si conclude con l’elogio fatto dalle firmatarie verso l’autista, «attaccato al lavoro. Sentimenti che non si possono dimenticare nel caso di Salvatore Angotti». 

“SOLO UN BACIO PER TRANQUILLIZZARLA” – Ora toccherà agli inquirenti dimostrare qual è il vero volto dell’autista. Davanti al gip Salvatore Carpino del tribunale di Cosenza, Salvatore Angotti si è difeso ieri affermando di aver dato solo un bacio sulla guancia alla ragazza: «L’ho fatto per tranquillizzarla. Mentre guidavo – ha spiegato al gip – l’ho vista agitata. Mi ha poi confidato che c’erano dei problemi in famiglia e quindi le ho dato un bacio sulla guancia, ma nulla di più». L’autista (ora messo in ferie dalla sua azienda) ha detto che il suo gesto non è stato compreso dalla giovane: «Non volevo affatto violentarla», ha ribadito dinanzi al gip, spiegando di averle inavvertitamente sfiorato il ginocchio con la mano. In merito al guasto del pullman ha fornito la prova che esso ha effettivamente interessato i freni e ha spiegato di essersi fermato in quella piazzola per farli raffreddare. Alla domanda sul perchè, dunque, non ha fatto scendere anche la ragazza a Spezzano della Sila insieme a tutti gli altri per prendere l’altro pullman, ha spiegato che la giovane era preoccupata di far tardi a scuola, perchè dovevano andare a fare una gita. 

Per ora, comunque, il giudice ha disposto che Angotti deve restare ai domiciliari.

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