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MATERA – La Zefiro Energy si arrende. Dopo aver ottenuto dalla Regione, il 24 maggio scorso, il via libera per la realizzazione e la gestione di un impianto eolico alle porte di Matera, la società rinuncia a partecipare all’asta indetta dal Gse (il gestore dei servizi energetici) per l’aggiudicazione dei megawatt e dei relativi incentivi. La gara, svoltasi il 10 giugno scorso, è esplicitamente prevista per gli impianti di rinnovabili che abbiano una potenza superiore ai 5 megawatt: e obbliga i partecipanti al pagamento di una cauzione (calcolata in base alla capacità produttiva prevista) che, nel caso della Zefiro, non sarebbe stata inferiore ai 2 milioni di euro. Benché risalga a dieci giorni fa, la notizia dell’abbandono del campo da parte della Zefiro trapela dagli uffici della Regione soltanto ieri mattina e viene diffusa nel pomeriggio dal Tg3 Basilicata. E se dagli uomini dell’ente è difficile sapere qualcosa di più, rintracciare i vertici della società si rivela un’impresa impossibile. Domiciliata legalmente a Milano, l’azienda (che si è impegnata a realizzare un progetto da circa 40 milioni di euro) ha per amministratore unico Michele Esposito e utilizza come consulente la società Life3Energy, di Spinazzola.
A questo punto, tenuto conto che la prossima asta del Gse si svolgerà non prima dell’anno prossimo – e che nel frattempo la delibera decadrà – questo capitolo dell’Eolico a Matera dovrebbe considerarsi definitivamente chiuso.
I problemi tuttavia restano. Così come rimane in piedi il progetto della Meltemi, la società barese che ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione per mettere su, all’ingresso nord di Matera, un parco eolico da nove pale che svilupperà una potenza complessiva di oltre 30 megawatt. In questo caso, peraltro, non sono giunte opposizioni da parte del Comune e della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici «perché – fa notare l’architetto Biagio La Fratta – il Piear (piano di indirizzo energetico e ambientale della regione) non pone vincoli stringenti sotto il profilo della tutela paesaggistica”. Tant’è che lo stesso sindaco, nella sua lettera aperta (all’indomani della delibera pro Zefiro), invoca «l’immediata attivazione delle procedure per la modifica del Piear, con l’inserimento, fra le aree e i siti non idonei, della porzione di territorio del comune di Matera di 5 chilometri che ne costituisce il buffer (l’area cuscinetto), già individuato dall’Ufficio regionale di compatibilità ambientale e nel piano regolatore della città di Matera”.
La questione, dunque, torna politica. E si intreccia, da un lato, con le lotte interne al partito democratico, al quale fanno capo molti protagonisti della polemica, dall’altro con l’ incombente scadenza elettorale che ha per protagonista la Regione. E risultano profetiche, rilette oggi, le parole del vicepresidente Marcello Pittella: «Un eventuale diniego dell’autorizzazione, reso in modo illegittimo, avrebbe esposto l’Ente a un’azione di risarcimento (…).
Il danno si sarebbe potuto configurare immediatamente essendo in svolgimento in questi giorni l’asta nazionale per l’aggiudicazione di diritti a realizzare parchi eolici, ai quali, senza la preventiva autorizzazione, la società non avrebbe potuto concorrere”.
Ma, aggiungeva, «va detto che proprio l’asta rappresenta la prima incognita (e non l’unica) sul cammino per la effettiva realizzazione del parco eolico».
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