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MATERA – Entro la fine del 2015 la Cattedrale di Matera potrebbe finalmente tornare ad essere cuore pulsante della comunità religiosa cittadina. La data, pur con qualche difficoltà, è stata ammessa ieri nel corso della conferenza stampa che il vescovo ha convocato per fare il punto sui lavori in corso.
Due le fasi distinte: la prima è è quella di competenza delle Soprintendenze che si concluderà entro la fine dell’anno. A questo ne seguirà un altro, voluto dalla Curia di Matera grazie a finanziamento Po-Fesr pari a 3,5 milioni. I lavori si concluderanno entro 18 mesi, dunque entro la fine del 2015.
Toni prudenti anche ieri alla domanda su tempi più chiari per la restituzione della chiesa alla città; pur dovendo garantire un luogo funzionale sotto tutti i punti di vista e che valorizzi nel modo più adatto le straordinarie testimonianze artistiche, infatti, resta il fatto che il Duomo “ha bisogno” della città e viceversa.
L’incontro di ieri, intanto, ha dissipato voci incontrollate e luoghi comuni sullo stato dei lavori.
Ha esordito il vescovo di Matera-Irsina, mons. Salvatore Ligorio. «La comunità deve avere tutte le informazioni che riguardano un luogo come questo, cattedra del Vescovo dove si possa svolgere il suo magistero. E’ mio desiderio inaugurare la Cattedrale visto che sono trascorsi tanti anni».
Nel 2003 era avvenuto il crollo e dunque la chiusura della prima e seconda navata; la chiusura definitiva della chiesa risale al 2006. «Con le Soprintendenze c’è un rapporto di grande collaborazione. La Festa della Bruna è la punta di un cammino, ma non è solo quello ad impegnarci. I tempi tecnici sfuggono, spesso, a chi non è del settore. Speravo anche io che si potesse riaprire presto, ma non è così».
L’architetto Francesco Canestrini, Soprintendente regionale che ha spiegato: «I lavori di restauro sono complicati e molto particolari. A volte, durante la scialbatura di una parete si scoprono affreschi o sotto il pavimento se ne può trovare uno precedente. Con i monumenti non si possono fare conti precisi; i nostri lavori comunque sono andati avanti. Abbiamo appaltato la fase finale dei lavori per la decorazione della navata centrale e una parte del transetto, che si concluderanno presto. In futuro toccherà a noi vigilare sui futuri lavori, l’autorizzazione che rilasceremo, sarà puntuale anche nella fase che riguarda l’attività messa in opera dalla Curia. La pavimentazione manca ancora ma tutta l’impiantistica e le rifiniture, sono stati realizzati». E’ toccato a don Michele Leone illustrare i lavori voluti dalla Curia:
«Ci siamo posti delle domande: aprire subito, lasciando le criciticità o intervenire, prendendocene cura? Il primo finanziamento che si conclude ad ottobre, lascerà infatti la cattedrale senza pavimento e senza sistemazione delle aree presbiteriali e con criticità che abbiamo evidenziato. Per questo abbiamo chiesto un nuovo finanziamento per 3,250 milioni. Le cappelle laterali, le coperture e altre criticità, infatti, avevano bisogno di interventi, a volte anche di vera e propria revisione. La macchina che si è messa in moto ha ottenuto fondi, nello scorso aprile è stata stipulata la convenzione ed ora le progettazioni sono andate avanti per consegnarle alla validazione e subito dopo, procederemo con l’appalto. In seguito si interverrà sul restauro del patrimonio artistico».
L’architetto Biagio Lafratta, Responsabile del procedimento ha tracciato un bilancio più preciso, specificando di aver tratto anche economie, utili alle operazioni: «I lavori che si concluderanno tra poco sono stati finanziati da 1,4 milioni con alcune economie provenienti dal ribasso d’asta. Il loto principale è quasi concluso, effettuando un ulteriore perizia con la quale si completeranno altri lavori. Così completeremo gli impianti nelle cappelle e nel transetto dove c’è il presepe, una cifra è stata stanziata anche per il restauro dell’opera di Altobello Persio, siamo intervenuti anche sulle decorazioni della navata centrale».
L’architetto Laura Montemurro, responsabile del procedimento dei lavori della Curia ha fornito particolari sulla seconda parte dei lavori. «Il punto in cui ci troviamo è alla fase definitiva, in attesa del parere delle Soprintendenze che ci consentirà di conoscere le modalità dei lavori».
Marta Ragozzino, Soprintendente ai beni storici ed etnoantropologici ha chiarito: «Ci sono elementi, opere importanti che devono essere tutelati». Fondamentale, secondo l’esponente della autorità storica e antropologica, è che i lavori di restauro vengano svolti all’insegna nel modo più giusto. Il compito delle Soprintendenze, ha aggiunto, è di grande responsabilità e nessun aspetto va sottovalutato pur all’insegna di modalità che non ne riducano l’operatività ancora troppo a lungo.
L’INIZIATIVA: DAL 28 GIUGNO AL 6 LUGLIO VISITE GUIDATE NELLA CATTEDRALE
Lesperimento verrà avviato nel periodo compreso fra il 28 giugno e il 6 luglio, prima e dopo la Festa della Bruna. La Cattedrale verrà riaperta al pubblico per visite guidate e per consentire ai materani (ma non solo) di rivedere il loro Duomo e seguirne le fasi del restauro ancora in atto.
La decisione è stata annunciata ieri dal Vescovo di Matera-Irsina, mons. Salvatore Ligorio. Le operazioni, ovviamente, dovranno passare attraverso l’organizzazione della Soprintendenza e dell’impresa che sta ancora svolgendo i lavori e saranno gestite dalla cooperativa Oltre l’arte che gestisce anche molte chiese rupestri della città.
«La città vedrà lo status quo della Cattedrale – ha aggiunto Ligorio – con gratitudine e incoraggiamento, credo che questa decisione arrivi principalmente dal nostro cuore in attesa del taglio del nastro».
L’architetto Lafratta ha aggiunto: «Sono in corso i primi accordi pe rgarantire tutte le condizioni di sicurezza per i visitatori. Per fare questa operazione sono necessari infatti interventi che stiamo svolgendo con il responsabile della sicurezza, ing. Limite. In questo modo chiunque accederà alla cattedrale, lo potrà fare all’insegna della massima tranquillità. Stiamo valutando l’ipotesi di restare aperti anche la sera. In tempo utile verranno comunicate tutte le modalità di ingresso, anche per i turisti coinvolgendo le strutture ricettive».
a.ciervo@luedi.it
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