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MATERA – Conservare la memoria per non perdere la propria storia. Il viaggio nel racconto dell’ultimo secolo della città parte dal circolo culturale L’Atrio, in via San Biagio,  dove è allestita, fino al 7 luglio, la mostra “2 luglio, la festa dei materani tra antico e contemporaneo” che il Muv, Museo virtuale della memoria collettiva ha organizzato.

Tutti i giorni, dalle 19,30 alle 20,30 ci si può far trasportare indietro nel tempo attraverso le foto storiche di Nino Vinciguerra e quelle della collezione di Vincenzo Sarra e dai colori dei dipinti naif di Tony Montemurro.

Ci sono i volti in bianco e nero dei materani colo vestito della festa, dei bambini degli anni ’30 con cappelli a larghe falde e scarpe lucide, donne con il fazzoletto ricamato sul capo, segno di devozione alla Madonna.

Nelle foto in esposizione nelle piccole sale dell’associazione, ogni famiglia materana trova un pezzo di se’, della propria storia e, nel frattempo, riscopre una festa che in passato concedeva molto spazio alla devozione, meno al colore, al folclore.

Domenico Bennardi del Muv è il nipote di Vincenzo Sarra e spiega: «Le foto della mostra sono state  selezionate fra le 80 mila che mio nonno collezionava di diverso genere. Gli piacevano le storie delle famiglie, ma anche i monumenti della città e le immagini dell’Ottava e della festa della Bruna dai primi del ‘900 fino al 1996, anno in cui è scomparso. Da ragazzi ci mostrava quelle fotografie, le sfogliavamo con lui, le commentava con noi. Erano momenti belli, di ricordo importante per tutti noi. Oggi le stiamo digitalizzando  e solo una piccola parte è finita nel progetto del Muv; questo è un primo sasso nello stagno, lanciato a chiunque abbia delle collezioni storiche e voglia metterle a disposizione del pubblico, per restituire alla città testimonianze della città. Nei confronti di chi, come mio nonno, ha conservato quelle foto, abbiamo un vero debito di gratitudine. In mostra a L’Atrio, ci sono poco più di 100  foto.

Il Muv dedica alla città, molte iniziative. Ha cominciato con i mutamenti urbani, cui è seguito un esperimento su foto antiche e arte contemporanea con Donato Rizzi su Matera e i Sassi, la prossima riguarderà gli antichi mestieri e i momenti conviviali.

«Il rischio che la memoria della città vada persa, c’è un po’ nelle nuove generazioni. Le trasformazioni di Matera devono essere raccontate per  mantenere i ricordi del passato».

Al progetto ha contribuito Tony Montemurro, pittore naif materano che ha da sempre raccontato la storia della Madonna della Bruna, sulle sue tele.

Alcune sono recente, realizzate apposta per questa mostra, a partire dallo scorso mese di febbraio. L’abbandono dei Sassi e il modo in cui i materani hanno vissuto nel tempo il rapporto con la Festa, sono stati il fulcro di questa prioduzione.

«Con i miei colori ho voluto dare luce al buio che si viveva nei Sassi nel secolo scorso. L’unico strumento che avevo era la pittura e l’ho usato».

Lo strappo del Carro trionfale, i bambini allegri per il clima di festa ma soprattutto la tradizione hanno ispirato Montemurro che non abbandona mai l’amore per la sua città, donandogli le atmosfere sognate e eterne dei suoi dipinti.

a.ciervo@luedi.it

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