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MATERA – Quale futuro per le discariche nella provincia di Matera, soprattutto quella di La Martella?
A tracciare un primo bilancio è l’assessore regionale alle Infrastrutture, Luca Braia, il quale rivedendo il Piano provinciale per l’organizzazione della gestione dei rifiuti della provincia di Matera (2012) e la sua stima di produzione complessiva di Rus (rifiuti solidi urbani) pari a 83.512 ton/anno (anno 2010) e notando che la crescita anno non supererà l’1%, ritiene non sia più derogabile l’attivazione di tutti i processi utili a migliorare la raccolta differenziata nel Materano e nell’intera Basilicata.
Quindi, sostiene Braia, la proposta di ampliamenti di 150 mila mc. giacente in Regione da parte del Comune di Matera, che si unisce a quella di 50mila mc del Comune di Pomarico, va molto oltre la riprofilatura del sovrabanco delle vasche della discarica di La Martella e ben oltre i prossimi 2 anni ad oggi già garantiti dai volumi autorizzati.
«Questo periodo di autosufficienza -spiega l’assessore- si allungherebbe ulteriormente se operassimo, come propone il Piano del Conai, per il raggiungimento di livelli di raccolta differenziata pari al 50-55%, allora, si otterrebbe anche un consistente risparmio nella gestione del sistema di trattamento e smaltimento, insieme ad un consistente risparmio in termini di volumi di discarica. L’impatto sulle discariche della raccolta differenziata delle frazioni secche, incide maggiormente sui volumi mentre la raccolta della frazione umida consente di ridurre drasticamente la formazione di percolato e l’emissione di gas serra. Mi pare che questo fosse il senso della delibera del consiglio comunale di Matera (delibera n.62 del 29 ottobre 2010), che riconfermava l’impegno già preso nella seduta consiliare del 27 dicembre 2006, circa la chiusura definitiva della discarica del Borgo La Martella. Ricordo, inoltre -prosegue Braia- che la legge regionale nel ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti intende favorire la raccolta differenziata, la selezione e la valorizzazione delle frazioni di rifiuti urbani raccolte separatamente e ridurre progressivamente l’uso delle discariche come sistema ordinario di smaltimento. Per il raggiungimento di tali obiettivi, il Comune di Matera dovrebbe esercitare il ruolo capofila e predisporsi, insieme ai comuni della provincia (Pomarico compresa), al meglio per l’utilizzo dei 10 milioni che la Regione ha reso di fatto disponibili. E’ per queste ragioni che dico stop ad incrementi delle discariche, oppure ad incrementi volumetrici delle stesse in assenza di ulteriori e diverse pianificazioni approvate, crono-programmi definiti e potenziamento reale della raccolta differenziata integrale su tutta la regione, a partire da Matera. Occorrerà anche valutare come far sparire le discariche, magari valutando con serietà proposte di impianti di ultima generazione che bruciando rifiuti producono anche energia». Ma Braia va ben oltre, parlando anche del progetto di Italcementi: «Varrà la pena valutare la proposta di utilizzo dei Combustibili Solidi Secondari (Css) che è stata avanzata qualche settimana fa dall’Italcementi Spa alla Regione e che merita analisi approfondita e risposta consapevole ed adeguata . Questa richiesta, poste tutte le attenzione possibili per la tutela ambientale e banditi i potenziali inquinanti, se sarà infatti scientificamente e dalla comunità valutata sostenibile, non andrebbe in contrasto con la raccolta differenziata, anzi, ne potrebbe rappresentare il naturale completamento dove distruggere, la parte organica che non potrà mai essere inferiore al 25% . Questi sono temi molto, troppo, importanti per trattarli con leggerezza o in maniera strumentale, prima di decidere si faccia chiarezza e si alimenti un dibattito approfondito e trasparente, istituzionale e pubblico».
a.corrado@luedi.it
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