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VIBO VALENTIA – Messaggi dal carcere di Vibo Valentia sarebbero stati veicolati all’esterno, sino al 2007, da un esponente del clan La Rosa di Tropea recluso nell’istituto di pena della città calabrese ed addetto al prelievo dei generi alimentari una volta scaricati nel cortile del carcere dai fornitori esterni. La vicenda è al centro del nuovo filone d’indagine che viene svelato dal deposito dei verbali di interrogatorio del pentito Vincenzo Marino, ex appartenente alla cosca Vrenna-Bonaventura di Crotone. 

Gli atti, finora secretati, sono stati depositati dalla Procura generale di Catanzaro nell’ambito del processo «Uova del drago» a carico del clan Bonavota di Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia. Secondo il collaboratore, detenuto sino al 2007 a Vibo, i fornitori dei generi alimentari all’interno del carcere vibonese sarebbero stati contattati da parenti ed affiliati ai clan per portare messaggi all’interno del carcere all’esponente del clan La Rosa il quale li avrebbe a sua volta veicolati a tutti gli altri detenuti ed in particolare ai componenti del clan Bonavota.
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