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LO hanno trovato comodamente seduto sul suo divano, in un’abitazione con tutti i comfort, mentre gustava la visione de “La banda degli onesti”, uno dei film in bianconero più popolari di Totò, il principe della risata suo concittadino.
Così Vincenzo De Martino, che pare condivida solo il cognome con il più popolare ballerino della trasmissione “Amici”, oggi fidanzato di Belen Rodriguez, sfoggiava un lusso non indifferente nell’abbigliamento e nelle comodità. Accanto a lui la compagna, madre dei suoi due figli.
Per arrivare nell’alloggio del quartiere bronx di Napoli, il rione Barra, i carabinieri della Stazione di Bernalda si sono dovuti togliere la divisa, perchè come si può immaginare, in quei contesti la voce dell’arrivo dei militari con le insegne, corre molto veloce.
Dopo aver scavalcato muretti e cancelli per giungere sul vialetto di casa De Martino, i carabinieri lucani si sono presentati sull’uscio, cogliendo di sorpresa l’Arsenio Lupin partenopeo, che si è complimentato con loro per averlo smascherato. Eppure lui aveva fatto terra bruciata intorno, non intestando nulla a suo nome; neppure le auto lussuose con cui si muoveva. Ferrari e Maserati intesate a società fantasma, mai esistite, che sfrecciavano a tutta velocità su Statali ed autostrade, in barba agli autovelox. «Perchè -ha detto provocatoriamente De Martino ai carabinieri- secondo voi io con una Ferrari potevo mai rispettare i limiti di velocità? E’ chiaro che la guidavo come meritava, tanto non ho mai ricevuto multe da autovelox».
Negli armadi di Lupin, come raccontano i carabinieri, c’erano vestiti di marche molto note, Armani, Dolce&Gabbana, Chanel, alcuni dei quali ancora con le etichette attaccate, perchè il truffatore gentiluomo non aveva ancora fatto in tempo ad indossarli, pur avendoli acquistati certamente in qualche boutique di lusso.
Accanto all’armadio, la scarpiera, anche questa da fare invidia a mister Tod’s, con calzature di ogni tipo, tutte rigorosamente griffate, il cui valore, secondo i carabinieri, si aggirerebbe intorno ai 10-20mila euro. Un lusso sfrenato, insomma, indice di come amasse spendere i soldi recuperati con i suoi raggiri. A trent’anni era già un piccolo boss.
a.corrado@luedi.it
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