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MOTTA SANTA LUCIA – C’è voluto un po’ di tempo, forse troppo, ma alla fine i cento chili di esplosivo contenuti nel residuato bellico (una bomba aerea di fabbricazione americana) ritrovato a Motta San Giovanni sono stati fatti brillare dagli artificieri della II compagnia guastatori di Castrovillari. Le lungaggini dell’operazione sono state dovute principalmente alla necessità di impiegare un elicottero al fine di recupera l’ordigno in quanto lo stesso si trovava in una zona particolarmente impervia e dunque difficilmente raggiungibile con altri mezzi. Le operazioni di neutralizzazione (come vengono definite in gergo tecnico) hanno preso il via negli scorsi giorni grazie all’opera degli artificieri della II Compagnia Guastatori di Castrovillari, guidati dal maresciallo capo Salvatore Giuri, con la consulenza tecnica del 1° maresciallo Francesco Cipriano. I militari hanno deciso di rimuovere manualmente, le spolette presenti sulla bomba e solo successivamente, avvalendosi della cooperazione di un elicottero dell’Esercito del 2° Reggimento Aves “Sirio” di Lamezia Terme (CZ), hanno trasportato la bomba dal luogo di rinvenimento, al posto deputato per la distruzione finale, interrata e con imponenti misure di protezione. 

Sotto il profilo tecnico le operazioni sono iniziate alle 15 di ieri, dapprima si è proceduto con la rimozione manuale delle spolette, anteriore e posteriore, per le quali tra l’altro è stato riscontrato un pessimo stato di conservazione ma che al momento della distruzione si sono dimostrate assolutamente funzionanti e pericolose. Le operazioni che hanno coinvolto il Nucleo Artificieri dei Guastatori della Caserma “Manes” di Castrovillari, composta dal sergente maggiore Francesco Aversa, dal cmcs Francesco Catricalà, con il supporto del 1° CM DI RE, guidati dal Maresciallo Capo Giuri, sono state portate a termine con la distruzione delle stesse spolette. Il secondo giorno, cioè quest’oggi, con la collaborazione degli elicotteristi dell’Esercito, la bomba è stata rimossa, trasportata in volo a breve distanza e posata a dimora nella profonda buca che l’ha vista poi esplodere, sotto 6 metri di terreno bagnato e compresso, per contenere gli effetti dei circa 130 chili di tritolo contenuti. 
In origine il raggio letale dell’ordigno, all’aperto, era di circa mille metri, che vengono ridotti a meno di 500, ma solo per motivi di sicurezza, dai lavori di protezione, messi in atto dai militari del Genio Guastatori di Castrovillari. L’esplosione è stata gestita a distanza, con delle speciali apparecchiature e si è dato il via alla detonazione solo quando il dispositivo di controllo della zona rossa, era completamente serrato intorno all’area di pericolo, controllata dai Carabinieri di Conflenti e da pattuglie della Forestale e dei Vigili Urbani dei Comuni limitrofi. Importante e decisiva la collaborazione dei Vigili del Fuoco e dell’Elisoccorso 118 di Catanzaro. Il cratere dell’esplosione è tecnicamente ineccepibile, e dai filmati dell’esplosione stessa, si evince che non è avvenuta alcuna proiezione delle schegge metalliche, come preventivato dagli stessi Artificieri, mentre la proiezione di terriccio si è limitata a pochi metri. Un’intervento unico sotto molti punti di vista, come l’impiego dell’elicottero e la distruzione a breve distanza dal luogo di rinvenimento, per non incidere troppo sulla vita sociale del tessuto urbano e agricolo del territorio dove è stata rinvenuta la bomba, come è abitudine degli artificieri specialisti dell’Esercito. Da parte dei militari, tra l’altro, è giunto un «particolare ringraziamento per il supporto e la collaborazione» al sindaco di Motta Santa Lucia ed alla popolazione «per l’ospitalità, la cortesia e la pazienza, dimostrata nel corso di questo lungo periodo di lavoro assieme».
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