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MATERA – «Il grido d’allarme che vorrei lanciare a questo consiglio è di attivare tutti gli strumenti di controllo, dalla commissione paesaggistica appena istituita a tutto quello che compete nelle nostre attività». «Si ritiene assolutamente necessario sollecitare un dibattito in consiglio comunale prima che sia troppo tardi; porre i vincoli necessari ancora prima che si decidano gli investimenti. Deve sentirsi la necessità che questo consiglio dia indicazioni in merito alle aree paesaggistiche da tutelare da scempi para-ambientalisti che vorrebbero torri eoliche ben in mostra e impianti industriali a terra ovunque». Parole chiare, inequivocabili, quelle di Enzo Acito che nel consiglio comunale dell’8 maggio del 2012 affronta il problema dell’impatto delle energie alternative. 

Adriano Pedicini (Pdl) presenta in quella sede l’ordine del giorno sugli impianti di energie rinnovabili chiedendo: «Di predisporre con urgenza una regolamentazione che attenga alle autorizzazioni per gli impianti industriali per la produzione di energie alternative che riguardano il territorio cittadino o che riflettono nel suo paesaggio». Un tema che aveva aperto un confronto purtroppo rimasto fermo e che oggi viene richiamato alla memoria. Al dibattito partecipavano  anche Enzo Acito (Lista Stella), Pasquale Lionetti (Api), Angelo Cotugno (Sel) e Angelo Rubino (Pd). In quest’ultimo caso era stato sottolineato che: «La recente approvazione da parte del consiglio regionale del piano energetico e le norme  che in generale regolano la tutela dei beni paesaggistici, non possono nel caso di Matera e dell’agro materano ritenersi sufficienti di fronte alla responsabilità  che abbiamo di tutela, conservazione e valorizzazione di un bene finito qual è il paesaggio rurale di Matera e delle colline circostanti». 

La necessità di non devastare il suolo era stata sottolineata anche dal consigliere di Sel, Angelo Cotugno: «Un argomento così forte – aveva detto – ci deve vedere tutti pronti ad intervenire se fosse necessario, ad essere attenti, a non devastare il suolo, a non devastare la natura che ci circonda». Pasquale Lionetti (Api) si era soffermato, poi, sulla importanza di «Incentivare i piccoli impianti domestici per l’autoconsumo che dovrebbe essere la quota di produzione di energia rinnovabile che dovrebbe essere in qualche modo incentivata da parte dell’amministrazione». Al termine del dibattito, il sindaco Salvatore Adduce aveva suggerito il passaggio dell’ordine del giorno in commissione. «Siccome l’ordine del giorno nella parte dispositiva non contiene un indirizzo particolarmente preciso, io sono invece per assumerlo come indirizzo». Adduce, dunque, consigliava di «Richiedere un passaggio in commissione per poter dare una indicazione netta, precisa».

I timori, d’altronde, erano più che motivati. Poco più di un anno prima, il 28  marzo 2011 era arrivata la prima richiesta di Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr.) per 10 aerogeneratori (pale) e un totale di 34 megawatt da impiantare in località Le Reni nell’area di Matera. Pochi giorni dopo, l’1 aprile dello stesso anno, viene chiesta la compatibilità ambientale alla Regione per un impianto eolico con 14 aerogeneratori con potenza complessiva di 35 megawatt a Masseria Verzellina.

Il 10 aprile arriva la richiesta per impiantare 6 pale a Ciccolocane per 19,8 megawatt. Il 16 aprile la richiesta per altre 15 pale da 37,5 megawatt nella zona Matina. E il 29 aprile la richiesta di compatibilità ambientale  per un impianto da 20,5 megawatt. In tutto 45 pale eoliche pronte a trasformare il paesaggio rurale di Matera e per le quali sarebbe stato utile individuare parametri di scelta e meccanismi di tutela in tempo utile. E mentre il dibattito prende sempre più corpo, Matera ha ospitato un convegno proprio su efficienza energetica e energie non convenzionali. L’iniziativa,  che proseguirà anche a Policoro venerdì e sabato, è organizzata da Gruppo Italia Energia e Gadco srl, in collaborazione con Anev e col patrocinio della presidenza del consiglio. «Il Governo che si è appena insediato non potrà non avere al centro della propria agenda la riduzione del costo dell’energia per famiglie e imprese, oltre a una maggiore apertura del mercato energetico – aveva detto  Stefano Delli Colli, direttore di QE – Il nostro obiettivo è quello di interessare l’opinione pubblica per coinvolgerla in un processo comunicativo al quale spesso non partecipa – ha aggiunto. «Le rinnovabili stanno cambiando la gerarchia delle fonti del sistema, rendendo il percorso verso gli accumuli, realizzati sia presso i grandi impianti che nel residenziale, inevitabile”, aveva sottolineato G.B. Zorzoli, del coordinamento Free.

«Nel sistema energetico non si può non riconoscere il ruolo degli enti locali e non sottolineare il loro grande sforzo verso uno sviluppo più sostenibile – aveva concluso Antonio Lumicisi, coordinatore del Patto dei sindaci per il Ministero dell’Ambiente. Parole che mai come in queste ore diventano un viatico.

a.ciervo@luedi.it

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