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POTENZA – Assunta Basentini, psicologa del Tribunale dei minori di Potenza, è incredula. Quel video – Buongiorno Luciano – «è davvero brutto, volgare». Non solo: «Io credo che in questo caso si possa addirittura parlare di abuso sessuale on line, di istigazione alla pedo-pornografia». Sul Quotidiano di ieri vi abbiamo raccontato di questo video. E della canzoncina di due minuti e mezzo che i bambini di 9-10 anni, in una festa di fine anno scolastico, cantavano a squarciagola. La canzone e il relativo video raccontano di un bambino di 9 anni, Luciano, alla scoperta della sessualità. Solo che le protagoniste di questa scoperta sono la maestra, la bidella e un’infermiera. E, attraverso vari frutti, Luciano scopre così cos’è il sesso.
«Mi auguro dice Basentini – che qualcuno segnali questo video alla polizia postale. Genitori, associazioni, per esempio. Perché adesso su questi temi non si scherza, ci sono delle significative novità introdotte con l’adozione della Convenzione di Lanzarote». La Convenzione è il primo strumento giuridico internazionale a imporre agli Stati di prevenire e criminalizzare ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale sui bambini. E, in particolare, Basentini sottolinea un passaggio: «per pornografia minorile si intende ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali».
Può trattarsi di un gioco, magari il gruppo (che “produce” musica demenziale) si è così voluto divertire, «ma adesso, con l’introduzione delle nuove regole, ci sono dei precisi paletti. Perché, tra l’altro, quel video colpisce per la normalizzazione delle immagini, mentre il testo è sin dall’inizio molto forte. Quelle immagini semplificate, che sembrano innocenti cartoni animati, arrivano facilmente ai bambini. E’ la formula più vicina alla fantasia e alla mente del bambino». Si sceglie quindi un bambino come protagonista, si scelgono figure ben precise nella vita del bambino e si sceglie di usare anche un linguaggio che ai bambini arriva ancora più facilmente. «Non è un gioco – continua Basentini – tutto ciò che arriva ai bambini con contenuti subdoli deve essere attentamente studiato. E con l’avvento della rete questo controllo diventa ogni giorno più complesso. Ma in questo caso a me sembra piuttosto evidente il profilarsi di un reato: abbiamo un minore coinvolto in atti sessuali. E che l’atto sia reale o simulato poco importa: le nuove norme parlano piuttosto chiaramente».
Quel contenuto «molto forte sulle dinamiche della sessualità, non è adatto ai bambini. E’ pesante e troppo forte rispetto al percorso di crescita di un bambino che normalmente è incuriosito dall’argomento. E l’effetto è destabilizzante dal punto di vista dell’informazione. Ci sta che il bambino prenda contatto con alcune parti del proprio corpo, ma in questo caso il bambino è coinvolto in atti sessuali che prevedono un adulto dall’altra parte. Ed è grave. I personaggi con cui il piccolo interagisce sono adulti e questo, a mio modo di vedere, la dice lunga sull’origine della cosa». Il video, a quanto sembra, dopo la segnalazione del Quotidiano sarebbe stato visto anche dal personale della Polizia postale che, ora, dovrà verificare e fare indagini. Perché bisogna capire se dietro quelle immagini c’è solo uno stupido gioco o c’è dell’altro.
«Quella dai 3 ai 10 anni – dice ancora Basentini – è la fascia d’età prediletta dai pedofili. E’ nella loro cultura arrivare proprio ai bambini di quell’età. Per questo dico che anche se quel video è nato da un gioco bisogna capire le dinamiche che ci sono dietro. E comunque ci sono degli argini che vanno rispettati. E un adulto che fa sesso – anche simulato – con un bambino è qualcosa che va oltre il gioco. Anche perché di solito dietro queste iniziative non c’è un singolo soggetto, ma un’organizzazione. Ed è questo che spaventa di più della rete. Perché anche il giochino che sembra più innocente può mandare al bambino altri messaggi, molto più subdoli. Ed è responsabilità di genitori ed educatori capire quei messaggi e intervenire prontamente».
a.giacummo@luedi.it
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