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COSENZA – Il 3 giugno la decisione shock del sindaco Mario Occhiuto di far fuori la sua vice, Katya Gentile, dalla giunta comunale. Oggi tocca a lei spiegare: «Sicuramente non ci sono motivi personali alla base di quanto è successo. La motivazione è politica». La figlia dell’assessore regionale Pino Gentile aveva definito il sindaco come «Schettino che abbandona la nave». Lei però replica: «Quello che ho detto era solo una risposta a quanto detto da Occhiuto, che un giorno prima mi aveva fatto apparire come la causa dei problemi del Comune di Cosenza». Dice quindi di non essere pentita perché, sottolinea, «rispondevo a cose gravi ma pensavo che fosse importante il contenuto di ciò che dicevo, non certo gli appellativi».
Di fatto, ora Katya non vuole più sentir parlare di Occhiuto: «Sono decisa a non rientrare». Non che, in realtà, ci fosse stata in questo senso un’apertura da parte del sindaco. Anzi. Ma di certo lei non è disposta a vestire il sacco: «Chiedo scusa solo ai miei elettori perchè questa avventura non è potuta proseguire come volevo».
Nella ricostruzione dell’ex vicesindaco, Occhiuto «ha revocato le mie deleghe nel giro di due ore, senza neanche confrontarsi con il partito». Ma lei rivendica di aver presentato le proprie dimissioni già a maggio «perchè il sindaco uscì con una dichiarazione sull’emergenza abitativa che riguardava il mio assessorato, ha detto che aveva trovato 50 alloggi e che a breve sarebbero stati assegnati e ha creato delle aspettative in gente disperata. Ha creato un clima in cui alcuni miei collaboratori hanno anche rischiato personalmente».
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