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MORMANNO (CS) – Una partecipata manifestazione popolare per le vie di Mormanno protesta contro quello che definiscono un abbandono e una beffa da parte dello Stato. Si tratta delle persone che hanno subito danni nella scossa di terremoto di magnitudo 5 che il 26 ottobre 2012 ha segnato il picco dello sciame sismico che da anni angoscia il Pollino. Ma insieme a loro si è radunata anche gran parte della cittadinanza, a partire dal sindaco, Guglielmo Armentano. «Rischiamo di dover anche pagare l’Imu sulle case disabitate, e inagibili, come se fossero delle seconde case – dice il sindaco – se non si fa subito un decreto ad hoc, come fatto per l’Emilia Romagna. Siamo esasperati, sembra che a Roma si siano davvero scordati di noi».

Il corteo di protesta si è snodato per tutta la cittadina del Pollino, contestando la mancata attenzione del governo, nonostante le promesse fatte. Domani, tra l’altro, in Senato si vota per la proroga dell’emergenza sismica scaduta il 7 aprile. Il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Mimmo Pappaterra – che insieme al sindaco Guglielmo Armentano sta lavorando per dare concretezza agli impegni assunti personalmente dal capo della protezione civile nazionale, Franco Gabrielli – nei giorni scorsi ha definito ben motivate le rimostranze dei cittadini, specie alla luce del fatto che nessuno dei tredici interventi di messa in sicurezza previsti dal dipartimento di Gabrielli è stato realizzato, tanto meno il piano di ricostruzione. 

Ed ora, con la cessazione dello stato di emergenza, la gestione di quegli interventi e dello stesso programma di ricostruzione è passata al commissario delegato da Roma, ovvero al responsabile della protezione civile regionale Salvatore Mazzeo che, nonostante il Comune abbia già chiuso tutte le gare di appalto, non ha ancora ratificato l’avvio dei lavori. «Nei giorni scorsi – ha detto Pappaterra – ho incontrato il sindaco dell’Aquila, e la cosa più importante che mi ha detto è proprio quella di rassicurare le popolazioni perché l’iter burocratico per avviare la ricostruzione è davvero lungo e snervante. Martedì il Senato discuterà il decreto di proroga dello stato di emergenza anche per l’area del Pollino, così come previsto per le aree terremotate dell’Emilia, dell’Abruzzo e del Molise, fissata al 31 dicembre 2014. «La delegazione dei parlamentari calabresi e lucani – ha concluso Pappaterra – ci ha dato ampie garanzie di pressione perché non cada l’attenzione del governo sul terremoto del Pollino». E la gente, ora, chiede di non fare discriminazioni tra terremotati di regioni diverse.

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