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CATANZARO – Il campo di calcetto era stato realizzato due anni fa, in un quartiere a rischio come quello di località Pistoia di Catanzaro, come occasione di riscatto e di forte testimonianza. per questo era stato scelto di intitolarlo a Paolo Borsellino. La scorsa notte, però, la struttura è stata completamente devastata e sui muri sono comparse scritte inneggianti alla ‘ndrangheta. 
Scritte ovunque, offensive ed intimidatorie, scope distrutte, immondizia sparsa su tutta l’area. Il quartiere Pistoia è ritenuto fra i più a rischio della città. Il degrado e la criminalità la fanno da padroni. Polizia e carabinieri pattugliano la zona costantemente, ogni tanto scatta qualche perquisizione, ma le condizioni sembrano non mutare. Così quel luogo che era diventato un simbolo, ma anche un posto dove trascorrere giornate “diverse”, lontane dai richiami della micro criminalità, è stato invece devastato. Sull’accaduto indagano le forze dell’ordine, anche con l’obiettivo di comprendere se si sia trattato di una squallida bravata o di altro. 
LE REAZIONI. «I danni compiuti al campo di calcetto nel quartiere Pistoia di Catanzaro confermano la nostra preoccupazione sulla condizione di sicurezza in cui si trovano i quartieri periferici della città». Lo afferma in una nota il segretario regionale del Coisp, Sindacato indipendente di polizia, Giuseppe Brugnano. 
«Quanto accaduto deve aprire una seria riflessione – ha aggiunto Brugnano all’AGI – perchè le istituzioni, tutte, devono occuparsi di questa emergenza sicurezza che in perfetta solitudine, salvo qualche testata giornalistica, continuiamo a ribadire da tempo. Sin da ora dichiariamo la nostra disponibilità, come sindacato e come cittadini, ad impegnarci per restituire alla collettività quel campo di calcetto che rappresenta un simbolo di riscatto per un quartiere difficile. Un campetto intitolato alla memoria del magistrato Borsellino e ai colleghi della sua scorta con l’obiettivo di indicare la strada del riscatto sociale, del rispetto delle regole, della vita dedicata alla lotta alla criminalità organizzata. La cultura della legalità non può più essere fatta solo di sterili passerelle, ma ha bisogno di atti concreti e quotidiani. Non è possibile immaginare – ha concluso Brugnano – che le sole forze di polizia possano rappresentare il baluardo, isolato, della lotta alla ‘ndrangheta e ad ogni forma di criminalità».
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