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Limite dei mandati «a due», da «non derogare», «obbligo» delle primarie per le scelte cruciali, «a partire dal prossimo presidente della Regione» e «da svolgersi in modo chiaro e trasparente, con un nome «renziano e autorevole» e «apertura delle tematiche a tutti i componenti del Pd’’: sono alcuni dei punti del manifesto programmatico «L’#openPd che vogliamo», realizzato da un gruppo di dirigenti della corrente renziana del Partito democratico.   

Il manifesto è stato presentato stamani, a Potenza, nel corso di una conferenza stampa: il consigliere comunale del capoluogo lucano, Rocco Fiore, ha evidenziato che il manifesto è condiviso in moltissimi centri della Basilicata, e non «è chiuso ai soli ‘renzianì ma a tutti quelli che ne appoggiano i concetti». Uno dei punti nodali resta quello della primarie: il quadro ideale «sarebbe quello che vede una consultazione ampia anche per la scelta dei consiglieri regionali» ma «non si può prescindere almeno dalle primarie per la scelta del governatore, anche rispetto ai nomi in campo, e ci saranno comunque nostri candidati in lizza». Anche il congresso «può essere occasione di confronto» ma «le dinamiche sono nate da un altro periodo»: l’unico «limite imprescindibile resta lo ‘stop’ a scelte ‘oligarchichè».  

 Per quanto riguarda l’assetto del partito, non tutti «i metodi del Pd sono stati condivisi», hanno spiegato i rappresentati del gruppo, e prima di tutto «non sono state condivise le scelte fatte da pochi, in stanze chiuse»: il partito, hanno aggiunto, «deve aprirsi alla società e alle scelte condivise». L’idea, quindi, è di «un Pd diverso» con un cambiamento anche «della fase congressuale, e questo manifesto diventa quindi una mozione congressuale vera e propria»

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