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CATANZARO – Sono i furti e le rapine, secondo i carabinieri, a segnare questa fase della vita in Calabria. Ma secondo l’Abi, non sono le banche a finire nel mirino. Nel tracciare un bilancio dell’anno di attività, i carabinieri mettono in guardia da quello che si rivela essere il fenomeno più evidente. E lo pongono in relazione alla povertà dilagante sottolineando che mentre nel complesso diminuiscono i reati in Calabria – con un meno 4 per cento complessivo e punte di meno dieci per cento in provincia di Crotone e meno 8 in quella di Vibo Valentia – l’aumento si registra in controtendenza per i furti e le rapine, “segno tangibile – sottolineano i militari – della crisi economica che attanaglia tantissima gente e che fa registrare l’impennata di questo genere di reati”. 

I carabinieri fotografano la situazione della sicurezza in Calabria emersa nel corso della cerimonia per il 199esimo anniversario della fondazione dell’Arma che si è svolta nella sede del Comando regionale a Catanzaro. 

Fa eco, però, da Roma l’Ossif, il Centro di ricerca Abi in materia di sicurezza, che nel corso del convegno «Banche e Sicurezza» ha spiegato che i “colpi” in banca sono in calo in tutta Italia e in Calabria, in particolare, nel 2012 si registra un sostanziale equilibrio rispetto al 2011: erano 14 e sono scesi a 13 nei dodici mesi successivi.

L’impennata registrata dai carabinieri, si concentra quindi su altri obiettivi sensibili. E infatti anche i carabinieri segnalano l’allarme nelle case e quelo per gli scippi. Ma nel complesso, nel bilancio registrato nell’ultimo anno di attività, l’Arma ha seguito in Calabria 53.000 reati che corrispondono all’81 per cento di quelli commessi in tutta la regione, a dimostrazione di un lavoro e di una presenza capillare sul territorio. Il numero degli omicidi è stabile, ma sono aumentati del 34 per cento quelli che hanno avuto una soluzione investigativa con l’individuazione del responsabile. Nel periodo compreso tra giugno 2012 e giugno 2013, sono state 3.100 le persone tratte in arresto dai carabinieri e 12mila quelle denunciate. Nella lotta alla ‘ndrangheta emergono poi 600 beni sequestrati, per un valore di 460 milioni di euro, ma spicca soprattutto l’arresto di 20 latitanti, due dei quali inseriti nell’elenco dei più pericolosi (Domenico Polimeni ed Ettore Lanzino) e uno tra i massimi esponenti della criminalità (Domenico Condello).

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