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Avrebbe compiuto sessantacinque telefonate a un servizio di cartomanzia, astrologia e previsioni del lotto con il cellulare che veniva utilizzato nel suo ufficio per il turno di reperibilità; un traffico giudicato «anomalo» dal gestore della rete che perciò bloccato quell’utenza.
Per questo comportamento venerdì prossimo il Pm di Napoli Claudia De Luca, all’epoca dei fatti sostituto procuratore a Potenza, finirà sotto processo davanti alla sezione disciplinare del Csm.
Le telefonate sarebbero state fatte in pochi mesi: tra il maggio e l’ottobre del 2003, come riporta il capo di incolpazione a carico del magistrato, formulato dalla procura generale della Cassazione. Destinatario sempre lo stesso numero a tariffazione speciale, che appunto corrispondeva a quello del servizio di cartomanzia e astrologia. Un «uso improprio» del cellulare di servizio, che è stato anche «fonte di danno erariale», scrive la procura generale della Cassazione, che evidenzia anche il «pregiudizio per la reperibilità del magistrato di turno», che si è avuto in conseguenza della decisione del gestore della rete di bloccare quel numero.
La vicenda è già costata al magistrato un procedimento penale per peculato, scaturito dall’inchiesta Toghe lucane dell’allora pm e oggi sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
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