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CATANZARO – Colpevole di aver perseguitato una sorella, Simona, di aver calunniato l’altra, Gabriella. Si è concluso con una sentenza di condanna il processo con rito abbreviato per Girolamo Albano, imprenditore catanzarese accusato di atti persecutori, lesioni e calunnie nei confronti delle sue due sorelle. Il giudice dell’udienza preliminare, Gabriella Reijllo, al termine della camera di consiglio, ha ritenuto l’uomo colpevole degli atti persecutori nei confronti di una sola delle due donne, Simona, – assolvendolo dalla medesima accusa verso la seconda sorella, Gabriella, così come era stato chiesto dall’avvocato Vincenzo Ioppoli, legale delle parti civili -, ed inoltre delle altre contestazioni, condannandolo al pagamento del risarcimento simbolico di un euro chiesto da legale delle sorelle Albano. Il procedimento penale a carico di Albano iniziò a marzo del 2012, quando l’imprenditore venne arrestato per aver avvicinato una delle sue sorelle all’interno della sede dell’impresa di famiglia, nonostante una precedente diffida della Questura a restarne lontano proprio per precedenti episodi che dimostravano la compromissione dei rapporti. Tutto era accaduto una mattina, intorno alle 11,30 quando l’uomo, avrebbe nuovamente, secondo la ricostruzione degli investigatori, aggredito la sorella nell’ufficio dell’azienda di famiglia, la Siarc in via Lucrezia della valle. Qui, intervenuti, gli agenti della questura avevano trovato il familiare in compagnia di un dipendente che si era letteralmente rifugiata all’interno del suo ufficio. Il giudice per le indagini preliminari dispose per l’imprenditore la misura cautelare della custodia in carcere sostituita dopo dai giudici del tribunale del riesame con quella degli arresti domiciliari.
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