Cresce la mobilitazione contro il provvedimento che vieta la musica dopo la mezzanotte
«Via l’ordinanza, zittisce il centro
La petizione raccoglie 300 firme in meno di due ore, giovedì la manifestazione
IN un’ora hanno raccolto 60 firme. In serata erano già arrivati a circa 300. Tutte online. La petizione sta lì. Pubblicata in rete, con sottoscrizione ancora aperta. E come è prevedibile la mobilitazione cittadina contro l’ordinanza “centro storico zittito” – secondo uno dei tanti nomi che sono stati coniati – cresce soprattutto con il passaparola online.
Ed è sui social network, Facebok soprattutto, che si accumulano le proposte, le idee, i commenti, un po’ di indignazione, toni pacati, talvolta no, legati all’ultimo provvedimento dell’amministrazione Santarsiero destinato a dividere un pezzo di cittadinanza. E’ di qualche giorno fa l’ordinanza – già esistente, solo rinnovata – che vieta ai locali pubblici di intrattenere con musica o spettacoli dopo al mezzanotte nel centro storico.
La reazione di protesta è scatta immediata. tra i promotori delle iniziative Alesandro Galella, conosciuto in città per l’impegno associativo e politico. Ha costruito in rete la petizione, l’ha pubblicizzata, ha lanciato l’idea di un momento di protesta collettiva, ottenendo subito molta adesione. «E’ ora di dire “no” a una amministrazione comunale sorda nei confronti delle esigenze e dei desideri dei giovani della città. Noi non vogliamo Potenza città per vecchi!», dice la petizione. L’appuntamento è per tutti giovedi prossimo, alle 17, in piazza Matteotti.
L’ordinanza nasce da alcune segnalazioni dei residenti che devono aver protestato duramente contro disagi legati all’intrattenimento nei locali. Nel testo del provvedimento, infatti, si legge tra le premesse: «Nell’area urbana del centro storico di Potenza si registrano ripetuti episodi di disturbo della quiete e delle occupazioni delle persone, dovuti alle emissioni sonore provenienti dai locali ubicati in tale area, mediante l’utilizzo da parte degli esercenti di impianti di amplificazione sonora». A sentire chi ci vive «nell’area si è creata una situazione di degrado che, oltre a impedire la fruibilità della medesima è caratterizzata anche da episodi di conflittualità con la cittadinanza residente». L’effetto è un «generale scadimento della qualità e del decoro urbano». Di qui la decisione di porre un limite alla diffusione della musica in centro dopo un certo orario.
Il dibattito che è nato dopo la pubblicazione dell’ordinanza ha subito rimesso al centro della discussione cittadina due fronti. Da un lato il destino a cui affidare il centro storico di Potenza. dall’altro l’offerta in qualità del tempo da poter garantire soprattutto alla fascia più giovane di popolazione.
I critici fanno notare che se già ora ci si lamenta della spoliazione a cui è stato sottoposto il centro, un simile provvedimento scoraggerà ancora di più i titolari dei locali. Chi avrà voglia di provare a lanciare piccole o grandi iniziative di attrazione dell’utenza. E i ragazzi? Uno dei ritornelli che sta rimbalzando con più frequenza sulle bacheche dei potentini racconta l’amarezza di vedere Potenza destinata a diventare «una città per vecchi». Del resto a nessuno sfugge che per clima e conformazione la città di Potenza può godere della vita all’aperto per pochi, pochissimi mesi all’anno. Perché limitarne le possibilità, almeno dal punto di vista dell’intrattenimento? Contemporaneamente i residenti continuano a raccontare del disagio che affrontano nel vivere in una zona presa d’assalto spesso dai vandali e senza grandi controlli.
Quello che si profila è un dibattito sullo scontro/confronto di interessi e aspettative.
IN un’ora hanno raccolto 60 firme. In serata erano già arrivati a circa 300. Tutte online. La petizione sta lì. Pubblicata in rete, con sottoscrizione ancora aperta. E come è prevedibile la mobilitazione cittadina contro l’ordinanza “centro storico zittito” – secondo uno dei tanti nomi che sono stati coniati – cresce soprattutto con il passaparola online. Ed è sui social network, Facebok soprattutto, che si accumulano le proposte, le idee, i commenti, un po’ di indignazione, toni pacati, talvolta no, legati all’ultimo provvedimento dell’amministrazione Santarsiero destinato a dividere un pezzo di cittadinanza. E’ di qualche giorno fa l’ordinanza – già esistente, solo rinnovata – che vieta ai locali pubblici di intrattenere con musica o spettacoli dopo al mezzanotte nel centro storico. La reazione di protesta è scatta immediata. tra i promotori delle iniziative Alesandro Galella, conosciuto in città per l’impegno associativo e politico. Ha costruito in rete la petizione, l’ha pubblicizzata, ha lanciato l’idea di un momento di protesta collettiva, ottenendo subito molta adesione. «E’ ora di dire “no” a una amministrazione comunale sorda nei confronti delle esigenze e dei desideri dei giovani della città. Noi non vogliamo Potenza città per vecchi!», dice la petizione. L’appuntamento è per tutti giovedi prossimo, alle 17, in piazza Matteotti. L’ordinanza nasce da alcune segnalazioni dei residenti che devono aver protestato duramente contro disagi legati all’intrattenimento nei locali. Nel testo del provvedimento, infatti, si legge tra le premesse: «Nell’area urbana del centro storico di Potenza si registrano ripetuti episodi di disturbo della quiete e delle occupazioni delle persone, dovuti alle emissioni sonore provenienti dai locali ubicati in tale area, mediante l’utilizzo da parte degli esercenti di impianti di amplificazione sonora». A sentire chi ci vive «nell’area si è creata una situazione di degrado che, oltre a impedire la fruibilità della medesima è caratterizzata anche da episodi di conflittualità con la cittadinanza residente». L’effetto è un «generale scadimento della qualità e del decoro urbano».
Di qui la decisione di porre un limite alla diffusione della musica in centro dopo un certo orario. Il dibattito che è nato dopo la pubblicazione dell’ordinanza ha subito rimesso al centro della discussione cittadina due fronti. Da un lato il destino a cui affidare il centro storico di Potenza. dall’altro l’offerta in qualità del tempo da poter garantire soprattutto alla fascia più giovane di popolazione. I critici fanno notare che se già ora ci si lamenta della spoliazione a cui è stato sottoposto il centro, un simile provvedimento scoraggerà ancora di più i titolari dei locali. Chi avrà voglia di provare a lanciare piccole o grandi iniziative di attrazione dell’utenza. E i ragazzi? Uno dei ritornelli che sta rimbalzando con più frequenza sulle bacheche dei potentini racconta l’amarezza di vedere Potenza destinata a diventare «una città per vecchi». Del resto a nessuno sfugge che per clima e conformazione la città di Potenza può godere della vita all’aperto per pochi, pochissimi mesi all’anno. Perché limitarne le possibilità, almeno dal punto di vista dell’intrattenimento? Contemporaneamente i residenti continuano a raccontare del disagio che affrontano nel vivere in una zona presa d’assalto spesso dai vandali e senza grandi controlli. Quello che si profila è un dibattito sullo scontro/confronto di interessi e aspettative.