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STILO (Reggio Calabria) – Il sindaco di Stilo non ci sta e critica “i veleni” maturati in paese che hanno portato, a suo dire, all’insediamento della commissione di accesso al Comune. «Dopo due anni di continui attacchi alla mia persona ed alla carica da me rivestita quale sindaco di Stilo – sottolinea il primo cittadino Giancarlo Miriello – iniziati all’indomani degli esiti elettorali del 15/16 maggio 2011 e dopo molti anni di impegno civico prima che politico, che mi hanno portato a sacrificare lavoro e famiglia al solo fine di adempiere con lealtà ed al meglio ai miei doveri di primo cittadino, scelto democraticamente dalla maggioranza della popolazione, non posso che sentirmi indignato per la campagna di odio e veleni sfociata nella istituzione da parte della Prefettura di Reggio Calabria di una commissione di accesso per l’accertamento di eventuali infiltrazioni mafiose nella gestione della cosa pubblica». 

«L’amministrazione comunale da me presieduta – aggiunge – ha operato sempre nel pieno rispetto della legalità e dei principi dell’imparzialità e trasparenza; ha contrastato apertamente le organizzazioni delinquenziali, approvando il Codice Etico che prevede la costituzione di parte civile del Comune nei processi a carico di imputati di mafia ed abbattendo i noti ecomostri confiscati da 30 anni e da nessun’altra precedente amministrazione demoliti. Nessun nuovo appalto pubblico è stato assegnato, mentre il Comune, proprio per garantire legalità e trasparenza nel settore degli appalti pubblici, ha aderito alla convenzione tra la Provincia di Reggio, la Prefettura ed il Ministero dell’Interno, in tal modo delegando alla Suap l’attività di gestione della fase di gara fino alla verifica del possesso dei requisiti generali degli offerenti per prevenire e contrastare infiltrazioni criminose. La verità è che qualcuno non ha ancora digerito la schiacciante vittoria della lista elettorale da me guidata nel 2011 ed ha pervicacemente cercato di affondare a colpi di denunce anonime ed ingiustificato allarme, il buon governo di Stilo. La mia indignazione nasce non già dal biasimevole comportamento di questi soggetti che non hanno neppure il coraggio di manifestarsi ma dal credito loro offerto dalle Autorità cui si sono rivolti, che, evidentemente, a fronte delle opere oggettivamente compiute e del corretto adempimento dei doveri d’ufficio, anzichè esprimere solidarietà, scelgono di seguire l’ombra del sospetto». «Per le ragioni esposte – conclude Miriello – sto concretamente valutando l’ipotesi di rassegnare le mie dimissioni, anche al fine di consentire ai Commissari incaricati dalla Prefettura di svolgere con la massima serenità il loro compito di verifica, forte della correttezza del mio operato come di quello di tutti i Consiglieri comunali, e protetto dalla tranquillità del mio animo».
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