I militari interrompono la festa tranquilla in una casa privata e chiedono i documenti
No carabinieri, no party
L’intervento su segnalazione dei vicini di casa prima della mezzanotte
IL campanello della porta suona quando da pochi minuti sono passate le 23 e 30. Quando il proprietario di casa apre si trova davanti due uomini in divisa, due carabinieri. No, non fanno parte degli invitati. Qualcuno li ha chiamati infastidito dai rumori. Arrivano nel bel mezzo della festa. E’ un party privato, in un appartamento di una zona decentrata della città, di proprietà di un noto professionista del capoluogo. C’è un po’ di gente che si sta divertendo in maniera sana, tutti adulti, molti professionisti, nessuno ubriaco, non c’è droga, della musica sì, ma a volumi tollerabili, quasi di sottofondo, su un terrazzo che è completamente coperto. Quando i due carabinieri arrivano se ne accorgono subito, l’atmosfera è molto tranquilla, vengono accolti con gentilezza, nonostante lo stupore iniziale degli invitati che si chiedono cosa facciano lì, in un contesto che di strano non ha proprio nulla, solo un po’ di persone che provano a divertirsi insieme in un venerdì sera di fine primavera, nonostante le temperature.
Ma loro niente, fanno sul serio, nonostante le rassicurazioni, vogliono controllare, e con il tono formale e dall’alto della carica che ricoprono, dopo aver chiesto le generalità del proprietario di casa iniziano a chiedere i documenti dei presenti. Anche se si trovano in un’abitazione privata, e, anche se non è ancora mezzanotte, orario ritenuto un pò da tutti limite prima che scatti il disturbo della quiete pubblica.
Rispondono che, ricevuta la segnalazione da parte di un vicino, sono passati per un primo “avvertimento” amichevole, prima di intervenire nel ruolo dei “cattivi”. Facendo qualche calcolo, e considerando che almeno una decina di minuti devono essere passati dalla segnalazione al loro arrivo, è facile dedurre che la telefonata di lamentele possa essere partita anche prima delle 23 e 30. Non per segnalare colpi di arma da fuoco, gente che litiga, o magari un furto in corso in casa, ma per dire che la festa a casa del vicino dà fastidio. E loro, solerti come non mai, si precipitano, in via preventiva, perché poi, passata mezzanotte, potrebbe scattare la multa. Solo che, grazie all’intervento straordinario, la festa è destinata a “sgonfiarsi” molto prima.
Per fortuna, però, anche i carabinieri sanno apprezzare la compagnia e dopo un quarto d’ora iniziale di diffidenza, onorano con i festeggiamenti, prima di andare via, si spera per per un intervento più importante.
I vicini di casa, invece, non si sono arresi. E alla porta d’ingresso hanno appiccicato un manifesto “Si prega di tenere basso il volume della musica”. Anche se la musica era finita da un pezzo. Gli ospiti, invece, non hanno gradito molto l’intrusione. Dopo il divieto di divertimento nei locali del centro (vedi le guerre dell’anno scorso contro lo 0971, uno dei pochi luoghi della città dove i ragazzi si ritrovano nelle serate estive) ritenuto incompatibile con il sonno tranquillo dei residente di un centro quasi morto, adesso è proibito anche organizzarsi “civilmente” a casa propria. A Potenza, evidentemente, ci vogliono tutti addormentati.
Mariateresa Labanca
IL campanello della porta suona quando da pochi minuti sono passate le 23 e 30. Quando il proprietario di casa apre si trova davanti due uomini in divisa, due carabinieri. No, non fanno parte degli invitati. Qualcuno li ha chiamati infastidito dai rumori. Arrivano nel bel mezzo della festa. E’ un party privato, in un appartamento di una zona decentrata della città, di proprietà di un noto professionista del capoluogo. C’è un po’ di gente che si sta divertendo in maniera sana, tutti adulti, molti professionisti, nessuno ubriaco, non c’è droga, della musica sì, ma a volumi tollerabili, quasi di sottofondo, su un terrazzo che è completamente coperto. Quando i due carabinieri arrivano se ne accorgono subito, l’atmosfera è molto tranquilla, vengono accolti con gentilezza, nonostante lo stupore iniziale degli invitati che si chiedono cosa facciano lì, in un contesto che di strano non ha proprio nulla, solo un po’ di persone che provano a divertirsi insieme in un venerdì sera di fine primavera, nonostante le temperature.
Ma loro niente, fanno sul serio, nonostante le rassicurazioni, vogliono controllare, e con il tono formale e dall’alto della carica che ricoprono, dopo aver chiesto le generalità del proprietario di casa iniziano a chiedere i documenti dei presenti. Anche se si trovano in un’abitazione privata, e, anche se non è ancora mezzanotte, orario ritenuto un pò da tutti limite prima che scatti il disturbo della quiete pubblica. Rispondono che, ricevuta la segnalazione da parte di un vicino, sono passati per un primo “avvertimento” amichevole, prima di intervenire nel ruolo dei “cattivi”. Facendo qualche calcolo, e considerando che almeno una decina di minuti devono essere passati dalla segnalazione al loro arrivo, è facile dedurre che la telefonata di lamentele possa essere partita anche prima delle 23 e 30. Non per segnalare colpi di arma da fuoco, gente che litiga, o magari un furto in corso in casa, ma per dire che la festa a casa del vicino dà fastidio. E loro, solerti come non mai, si precipitano, in via preventiva, perché poi, passata mezzanotte, potrebbe scattare la multa. Solo che, grazie all’intervento straordinario, la festa è destinata a “sgonfiarsi” molto prima. Per fortuna, però, anche i carabinieri sanno apprezzare la compagnia e dopo un quarto d’ora iniziale di diffidenza, onorano con i festeggiamenti, prima di andare via, si spera per per un intervento più importante. I vicini di casa, invece, non si sono arresi. E alla porta d’ingresso hanno appiccicato un manifesto “Si prega di tenere basso il volume della musica”. Anche se la musica era finita da un pezzo. Gli ospiti, invece, non hanno gradito molto l’intrusione. Dopo il divieto di divertimento nei locali del centro (vedi le guerre dell’anno scorso contro lo 0971, uno dei pochi luoghi della città dove i ragazzi si ritrovano nelle serate estive) ritenuto incompatibile con il sonno tranquillo dei residente di un centro quasi morto, adesso è proibito anche organizzarsi “civilmente” a casa propria. A Potenza, evidentemente, ci vogliono tutti addormentati.Mariateresa Labanca