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San Gerardo 2013, una festa di liberazione
Largo Pignatari trasformato in una bolgia tra balli e calici strapieni
di VALERIO PANETTIERI
L’IMPORTANZA del Pranzo dei Portatori la noti negli occhi di chi è rimasto dall’altra parte delle transenne che blindano largo 
Pignatari. È l’annuncio di una festa della liberazione assoluta scandita dal ritmo dei tamburi e colorata di rosso rubino. Sulle 
maglie, sui volti, su pantaloni e scarpe. 
Da una parte il tavolo dei Portatori, dall’altra le Portatrici, nella piazza circa cinquecento persone tra i tavoli che in pochi 
secondi diventeranno palchi dove ballare a perdifiato. Gli accessi sono tutti controllati, i minori non entrano. Ci prova anche 
qualcuno senza biglietto, ma niente, il controllo è serrato L’aria è caldissima e in parecchi sfoggiano tshirt personalizzate. Molte 
si riferiscono allo scandalo rimborsi della Regione in maniera del tutto esplicita (Se vi portiamo lo scontrino, ce lo rimborsate il 
vino?), altri si affidano al gioco Ruzzle replicando la schermata con le lettere a comporre San Gerardo. C’è anche chi mette su delle 
frasi eloquenti del tipo: “Ohi Ma’! Osc ‘a maglia t’ la dava Ij”. Piccoli colpi di genio nella folla che già prima dell’antipasto è 
fuori controllo. 
Una festa incredibile, tra un pasto e l’altro passa una vita e diverse bottiglie di vino. In mezzo c’è la taranta, lanciata a velocità 
sempre più efferate. La folla esplode, si inonda di vino mentre vengono consegnati i pasti. Alla doccia di vino non c’è nessuno che si 
salva. Alle 15 la piazza è nelle mani di una bolgia incontenibile ma i carabinieri tengono d’occhio. La morte di Domenico Lorusso non 
viene annunciata pubblicamente, non si vuole rovinare il clima di festa. Qualcuno però lo viene a sapere, a quel punto i volti si 
fanno cupi e senza commentare, decide di andare a casa. Chi deve sapere, sa. Poi spunta alle transenne Decio Di Bello del Movimento 5 
Stelle che chiede di entrare a largo Pignatari in quanto spazio pubblico. Vuole controllare alcune maglie che secondo lui prendono in 
giro il Movimento. Si tratta di due tshirt con due loghi differenti: c’è il movimento cinque litri e quello cinque botti.
I ragazzi sono costantemente controllati dai medici del 118. Qualcuno esagera ma viene preso immediatamente dai medici, piazzati con 
due ambulanze. Alle transenne i ragazzi minorenni cominciano a lamentarsi chiedendo di entrare. Non c’è assolutamente da fare, si 
resta fuori anche se  si ha un biglietto. Qualcuno tenta pure di scavalcare, ma è frenato subito. Un appuntamento annuale che non si 
può perdere. Fosse soltanto per vedere un pugno di ragazzi, con in testa un copricapo ad imitare quello del Santo, pronti a benedire 
la folla. Bellissimo.

L’IMPORTANZA del Pranzo dei Portatori la noti negli occhi di chi è rimasto dall’altra parte delle transenne che blindano largo  Pignatari. È l’annuncio di una festa della liberazione assoluta scandita dal ritmo dei tamburi e colorata di rosso rubino. Sulle  maglie, sui volti, su pantaloni e scarpe. Da una parte il tavolo dei Portatori, dall’altra le Portatrici, nella piazza circa cinquecento persone tra i tavoli che in pochi  secondi diventeranno palchi dove ballare a perdifiato. Gli accessi sono tutti controllati, i minori non entrano. Ci prova anche  qualcuno senza biglietto, ma niente, il controllo è serrato L’aria è caldissima e in parecchi sfoggiano tshirt personalizzate. 

 

Molte si riferiscono allo scandalo rimborsi della Regione in maniera del tutto esplicita (Se vi portiamo lo scontrino, ce lo rimborsate il vino?), altri si affidano al gioco Ruzzle replicando la schermata con le lettere a comporre San Gerardo. C’è anche chi mette su delle  frasi eloquenti del tipo: “Ohi Ma’! Osc ‘a maglia t’ la dava Ij”. Piccoli colpi di genio nella folla che già prima dell’antipasto è  fuori controllo. Una festa incredibile, tra un pasto e l’altro passa una vita e diverse bottiglie di vino. In mezzo c’è la taranta, lanciata a velocità  sempre più efferate. La folla esplode, si inonda di vino mentre vengono consegnati i pasti. Alla doccia di vino non c’è nessuno che si 
salva. Alle 15 la piazza è nelle mani di una bolgia incontenibile ma i carabinieri tengono d’occhio. La morte di Domenico Lorusso non viene annunciata pubblicamente, non si vuole rovinare il clima di festa. Qualcuno però lo viene a sapere, a quel punto i volti si  fanno cupi e senza commentare, decide di andare a casa. Chi deve sapere, sa. Poi spunta alle transenne Decio Di Bello del Movimento 5  Stelle che chiede di entrare a largo Pignatari in quanto spazio pubblico. Vuole controllare alcune maglie che secondo lui prendono in  giro il Movimento. 

Si tratta di due tshirt con due loghi differenti: c’è il movimento cinque litri e quello cinque botti. I ragazzi sono costantemente controllati dai medici del 118. Qualcuno esagera ma viene preso immediatamente dai medici, piazzati con due ambulanze. Alle transenne i ragazzi minorenni cominciano a lamentarsi chiedendo di entrare. Non c’è assolutamente da fare, si  resta fuori anche se  si ha un biglietto. Qualcuno tenta pure di scavalcare, ma è frenato subito. Un appuntamento annuale che non si può perdere. Fosse soltanto per vedere un pugno di ragazzi, con in testa un copricapo ad imitare quello del Santo, pronti a benedire 
la folla. Bellissimo.

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