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«Sbancheremo. La Basilicata sarà la prima regione guidata dal Movimento Cinque Stelle». Parola di Vito Petrocelli, il senatore (o portavoce come preferisce) grillino lucano. Che ieri, al Principe di Piemonte, ha incontrato gli attivisti, per una sorta di resoconto dell’attività da parlamentare dopo i primi 67 giorni a Palazzo Madama. Non
era un incontro dedicato né alle questioni lucane né tanto meno al voto per le prossime regionali. Ma alla fine Petrocelli, sollecitato  dalle domande, si è slanciato nelle previsioni: «Credo proprio che sbancheremo. Certo, se ci fosse un Rodotà lucano, il successo sarebbe ancora più eclatante. Ma vinceremo comunque, perché in questa regione si sono venute a creare le condizioni per mandare definitivamente a casa chi non si è dimostrato all’altezza di governare». Il senatore non commenta le recenti vicende giudiziarie che hanno investito il Palazzo del Consiglio.

«L’ho fatto a tempo debito e non mi pare che sia questa l’occasione giusta per valutazioni di questo tipo». Me nel frattempo si dice sicuro della vittoria. E smentisce
alcune voci circolate sulla stampa: «Non sarò io il candidato governatore. E’ una soluzione impossibile visto che il nostro regolamento dice chiaramente che chi ricopre un ruolo istituzionale non può lasciarlo per andare altrove, ma deve portarlo a termine». 

Fermo restando che le regole di reclutamento dei candidati saranno quelle di sempre, quelle che sono state utilizzate anche per le elezioni nella Regione Lazio: porta aperta ai soli iscritti che non abbiano tessera politica, che non abbiano ricevuto condanne e che siano residenti in Basilicata. Il candidato governatore verrà scelto in rete, attraverso il blog del Movimento 5 Stelle.  Sono ammessi i singoli che arrivano dal mondo dell’associazionismo e dei movimenti. Di alleanze, invece, guai a parlarne. Il senatore le esclude senza e senza ma, come prevede, ancora una volta il regolamento. La platea, in verità non pienissima, applaude al grillino che esclude ogni forma di accordo politico. Certo, come è già accaduto nel passato, «potremo ritrovarci insieme ad alcuni amministratori ma solo su singole battaglie».  Del resto è la stessa linea seguita in Parlamento. Dove Petrocelli, confida, con i senatori di altri partiti non scambia nemmeno parola. 

«Di schifezza – dice – fino a ora ne ho viste fin troppe». Per non parlare dei rapporti con i lucani. «L’unico con cui parlo – aggiunge – è Giovanni Barozzino. So che tipo di persona è, lo conosco da tempo. Certo non condiviso la sua scelta di candidarsi con Sel. Ma chiaramente quello è un fatto personale». Con gli altri, invece, neanche a parlarne. «Una volta – racconta  – in occasione della elezione del presidente della repubblica, ho avuto il dispiacere di incontrare Vito De Filippo. Si è avvicinato a me e a Mirella Liuzzi con quel solito atteggiamento, un po’ alla lucana, che a me però non piace, come se fossimo compagni di merende. Con il solito sfottò mi ha chiesto se facessi ancora il giornalista, riferendosi a un’esperienza del passato. Io ho replicato, chiedendogli invece se lui ha smesso di fare il petroliere. Lui si è offeso e se n’è andato.

Con Filippo Bubbico, invece, «ci siamo incontrati dopo la composizione delle Commissioni ma prima della sua nomina a viceministro. Mi ha chiesto dove fossi andato. Gli ho risposto che pur preferendo l’Ambiente, sono andato alla commissione Industria, commercio e turismo. E lì che si discutono le questioni energetiche. Lui mi ha detto che l’aveva fatto in passato e che è una cosa impegnativa. Solo dopo ho scoperto che ancora allora era in quella commissione. Non so perché non abbia avuto il coraggio di dirlo, forse in virtù degli interessi da continuare a tenere in quell’organismo».

E a proposito di tematiche energetiche è la questione petrolio il punto su cui il senatore annuncia e promette battaglia. «La moratoria voluta da De Filippo è una presa in giro per i lucani». Lo ribadisce anche il tenente sospeso della polizia provinciale Giuseppe Di Bello, che seduto tra il pubblico, sulla questione prende la parola più volte. «Una farsa e in aperta contraddizione con la stessa autorizzazione che è arrivata dalla regione per la realizzazione della quinta linea del Centro Oli di Viggiano».
«Del resto – aggiungono dal pubblico – la Regione aveva un modo semplice e veloce per bloccare le estrazioni in Basilicata: presentare osservazioni. E invece non lo ha mai fatto. Scegliendo la strada più difficile della moratoria, che in realtà non è altro che fumo negli occhi dei lucani».

Nel frattempo, Vito Petrocelli, portavoce dei lucani al Senato, traccia un bilancio di questi primi due mesi di attività parlamentare. La formula del confronto è innovativa. Non c’è un intervento preordinato. Ognuno può porre le questioni che vuole. Parola al pubblico e ai giornalisti. «Quella che ho fatto fino ad ora – risponde  a domanda Vito Petrocelli – è un’esperienza sostanzialmente positiva. Non sono mia stato deluso da Grillo. Chi parla di un super controllo da parte sua dice una falsità. Ci sono delle regole che abbiamo preso l’impegno di seguire. Nient’altro. Certo ci sono stati degli sbagli, delle incomprensioni iniziali, com’è accaduto per la questione dei rimborsi. Ma è solo frutto di disorganizzazione iniziale del tutto comprensibile. Ci sono ancora alcune cose da sistemare. Ma su quelli che sono i principi e le cose importanti ci siamo. Io aggiungo che fosre in questi ultimi due mesi abbiamo perso un po’ di tempo dietro agli altri. Abbiamo fatto più opposizione noi di quella che gli altri hanno fatto in vent’anni. Ma adesso è ora di andare avanti con il nostro programma, i nostri venti punti, il nostro calendario. Nel frattempo ci possiamo ritenere soddisfatti per essere riusciti a provocare un cambiamento di atteggiamento all’interno del Parlamento. Ora le nostre parole d’ordine fanno parte anche del loro vocabolario. 

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