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COSENZA – Sono pronti a chiudere le strade, a rivolgersi alla magistratura i primi cittadini dell’Alto Jonio e quelli del Pollino, che scaricano nella discarica di Cassano che sarà chiusa dal 22 maggio. Questo almeno è stato l’annuncio fatto dal primo cittadino Gianni Papasso, sindaco di Cassano che è stanco di dover attendere, che gli sia pagato quanto dovuto dalla Regione per il “disturbo” di trovarsi nella sua città un impianto che accumula spazzatura.
Il debito che la Regione ha col Comune di Cassano è di oltre 800mila euro. Di certo i comuni di Mormanno, Laino Borgo, Laino Castello, Trebisacce e Villapiana, Nocara, Albidona, Amendolara, Cerchiara, Plataci, Villapiana, Canna, Montegiordano, Roseto, Oriolo, Castroregio, San Lorenzo Bellizzi, Rocca Imperiale, Alessandria del Carretto e Francavilla, quelli autorizzati a scaricare appunto a Cassano, hanno dissotterrato l’ascia di guerra e sono già pronti a rivolgersi al Tar, per chiedere la sospensiva dell’ordinanza di Papasso «che non è proprietario della discarica – dicono i sindaci dell’Alto Jonio – e quindi il primo cittadino non può farne quello che vuole». Papasso la pensa diversamente. La discarica al momento ha 4 buche e l’ultima fatta due anni fa è quasi satura. In fondo quel sito è stato costruito per l’emergenza, andando oltre le direttive del decreto Ronghi. Emergenza che adesso esplode.
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