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VIBO VALENTIA – Una coincidenza, amara. Tra gli «amici più stretti» che la famiglia di Pasquale Andreacchi aveva indicato agli inquirenti, pochi giorni dopo la scomparsa del loro ragazzo, c’era anche Massimo Lampasi. Pasquale sparì da Serra San Bruno l’11 ottobre 2009 ed i resti del suo corpo dilaniato furono recuperati, a più riprese, tra il dicembre ed il gennaio successivi. Massimo Lampasi, invece, divenne un fantasma, sempre a Serra San Bruno, il 24 febbraio del 2013: gli inquirenti, inizialmente, pensarono ad un allontanamento volontario, poi, col trascorrere del tempo, prese corpo la pista della lupara bianca. Nessuna traccia, solo silenzio. Le indagini, sui due casi, procedono in direzioni diverse. Nulla, allo stato, sembra collegare la sparizione di Lampasi con quella di Andreacchi, salvo la loro vecchia amicizia in una realtà nella quale incrociare sul proprio cammino la persona sbagliata significa rischiare la vita. Piste diverse. Su Lampasi le indagini sono aperte, procedono i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno guidata dal capitano Stefano Esposito Vangone. Su Andreacchi, invece, sono state riaperte, affidate alla Squadra mobile diretta dal vicequestore aggiunto Antonio Turi procedono a ritroso nel tempo, ricominciando addirittura prima della sera dell’11 ottobre del 2009, quando Pasquale probabilmente fu sequestrato e ucciso. Pasquale era sì turbato dal debito inevaso con un pregiudicato delle Serre per l’acquisto di un cavallo ma aveva anche subito, nel maneggio che curava assieme al padre Salvatore, il furto di altri cavalli, pochi giorni prima della sua scomparsa. La famiglia Andreacchi fece menzione di questo episodio, che non fu di fatto formalmente denunciato, solo dopo la sparizione del figlio. Che fine abbiano fatto, se siano stati rivenduti e a chi, e se questo fatto abbia o meno attinenza con il delitto, sono elementi che le nuove investigazioni potranno chiarire.
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