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DOPO averlo scatenato il “Maltempo”, Mariolina Venezia è tornata sul “luogo del delitto” come la protagonista del suo secondo giallo: il pm Imma Tataranni. Piazzetta Pascoli è gremita come sempre di turisti, mentre il sole continua a nascondersi dietro le nuvole. Proprio come nel romanzo edito da Einaudi, uscito da meno di un mese in libreria, con la scrittrice materana ci incontriamo in una primavera ritardataria e piovosa, e una campagna elettorale per le Regionali alle porte. Una semplice coincidenza o capacità divinatorie nascoste della scrittrice?
«Nè l’una nè l’altra- tranquilizza Mariolina Venezia, sorridendo divertita- lo scrittore, di solito, interpreta i segni di quello che gli accade intorno e li mette insieme facendone letteratura».
Sta di fatto che l’interpretazione che Mariolina ha fatto della Basilicata e dell’Italia di oggi è così in sintonia con i tempi, da essere riuscita ad anticiparli in maniera sorprendente. L’indagine della “spigolosa” e a tratti goffa pm Tataranni si muove tra festini romani, politici locali di dubbia moralità, oscuri intrighi che ruotano intorno al petrolio lucano e al traffico di scorie radioattive.
«Quando ho iniziato a lavorare a questo libro- conferma l’autrice- sui giornali non si parlava ancora nè di bunga- bunga nè di Ruby».
E men men che meno la scrittrice avrebbe mai lontanamente immaginato che il nuovo caso di Imma Tataranni sarebbe uscito in piena bufera scontrini illeciti alla Regione Basilicata. Mettiamola così: questione di fiuto. Perchè Mariolina, esattamente come la sua eroina è allergica ai luoghi comuni e mal sopporta “le chiacchiere, l’intuito femminile e il punto G”
. «La verità -aggiunge lei – è che mi piace la letteratura che intrattiene ma che non è fine a sè stessa e non ti dà la sensazione di aver perso tempo, una volta chiuso il libro, è per questo che nel romanzo parlo anche di petrolio, malapolitica e disoccupazione giovanile».
Come nasce, dopo “Come piante tra i sassi”, la seconda inchiesta dell’irascibile Imma?
«Dalla voglia di continuare a raccontare la Basilicata – spiega Mariolina Venezia- Dopo “Mille anni che sto qui” che si conclude nell’89 con la caduta del muro di Berlino, avvertivo l’esigenza di raccontare la Basilicata di oggi, terra molto diversa dall’immagine cucitale addosso dal “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Da lucana ritengo che non sia azzardato pensare che Levi non abbia, sotto alcuni aspetti, saputo interpretare correttamente l’antropologia autentica dei lucani. Quella che Levi dipinge come gente rassegnata, è in realtà un popolo resistente e orgoglioso, che trova proprio nei silenzi la forza di andare oltre soprusi e difficoltà».
E della pm un po’ tracagnotta, stronza quanto basta coi sottoposti e perennemente in giro in tacco dodici, che dire? E’ davvero, come in tanti hanno pensato, ispirato ad un magistrato in carne e ossa (più carne che ossa in verità)? Mariolina Venezia, ancora una volta, dà la risposta che non ti aspetti:
«Imma Tataranni, in realtà, è la metafora della Basilicata: una terra senza qualità appariscenti, ma che sa a mettere a frutto i propri talenti. Imma non è una strafiga, ma una donna di mezz’età perennemente alle prese con i chili di troppo, i pochi centimetri d’altezza che, però, sa apprezzarsi per quello che è e non ha paura di indossare abiti improbabili o di desiderare il giovane appuntato Calogiuri, avvenente e corteggiatissimo. Ecco la Basilicata è esattamente come il pm Tataranni: non è bellissima, ma ha la capacità di conquistarti col suo fascino».
Dote non da poco nel tempo in cui “le ragazze come le mele, si somigliano tutte: capelli tinti, naso regolare, labbra sporgenti, seno abbondante e fianco stretto”. L’altra arma irresistibile del pm Tataranni è sicuramente l’ironia: Imma incarna alla perfezione l’anti-clichè del poliziotto televisivo: di solito uomo, sciupafemmine, bello e superefficiente o se si tratta di donne, il prototipo: è bella quanto sfigata in amore.
«Imma, invece- conferma Mariolina Venezia- è una donna normale, che vediamo alle prese anche cone le faccende di casa, un marito noioso e la figlia adolescente. Nelle sue indagini, proprio come nella realtà, ci sono tempi morti».
Un’anti-convenzionalità non sfuggita ai produttori tv. E, a sentire Mariolina Venezia, sarebbe già un personaggio tv la nostra Imma se si fosse riuscita a trovare un’attrice con le sue caratteristiche, adatta a interpretarla.
«Chissà – aggiunge la scrittrice – adesso che c’è la Lucania film commission, non si riesca a trovarla lucana…».
Intanto il ritratto della Basilicata che emerge dal romanzo è quello di una terra in bilico tra tradizioni arcaiche (come gli abitini delle fattucchiere di Salandra) e una modernizzazione a tappe forzate che crea squilibri socio-ambientali (come le trivellazioni in Val d’Agri). Al centro una società che ha perso il tradizionale rapporto con il sacro e scoperto il rito profano del week end, che ha soppiantato i valori tradizionali con il culto della privacy. A dieci come a ottant’anni. Tra i protagonisti anche Gigi Martelli: un arrampicatore sociale diventato onorevole e scrittore di fama grazie a un “ricco” matrimonio. Un mostro, all’apparenza, che alla fine non si rivela tale. Anche questo un anti-clichè, in tempi di antipolitica.
«Demonizzare è un modo per non prendersi le proprie responsabilità come cittadini. Nessuno è solo buono o solo cattivo, la stessa Imma ha pregi e difetti. Mettere in luce anche il lato umano del politico è un modo per fornire chiavi di lettura della realtà in maniera non univoca. Viviamo in un’epoca difficile e aggiungere altra volontà di distruzione non aiuta a superare le difficoltà».
Chissà che anche in questo caso Mariolina non ci abbia visto lungo presagendo “Maltempo”.
«Imma Tataranni- assicura la scrittrice- intanto continua a parlarmi, a suggerirmi le cose nel modo in cui le avrebbe dette e pensate lei, per cui non escludo possa far capolino ancora nella Basilicata dei misteri a risolverne un terzo, con lo stesso piglio con cui armata di spugne e detersivo riesce a far “Pulizia! Finalmente”, in casa sua».
Ma in Basilicata ci sarà ancora pioggia? Mariolina Venezia vuole essere fiduciosa e, come Imma Tataranni, si congeda con un ottimistico “Rosso di sera buon tempo si spera”.
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