I presunti maltrattamenti sui bimbi della scuola dell’infanzia di Vietri: come il caso è venuto a galla
La scoperta per una ferita infetta
Sconcerto in paese per le accuse alla maestra. “No comment” dall’Istituto
VIETRI DI POTENZA – Se uno non si fa scrupolo di infilzare con uno spillo la mano di un bimbo di 5 anni per punirlo delle sue marachelle, figurarsi se pensa al disinfettante. Solo che una ferita del genere a forza di infierire può fare infezione, specie se lo spillo non è proprio pulito, e a quel punto diventa più difficile che nessuno se ne accorga.
E’ venuto a galla così, a causa del gonfiore sul dito di un piccolo, il caso dei maltrattamenti nella scuola dell’infanzia di Vietri per cui i carabinieri della sezione di pg di Potenza hanno notificato nei giorni scorsi un avviso di conclusione delle indagini nella mani di Anna Maria Passannante, da vent’anni in servizio nell’istituto.
In paese la notizia non è passata di certo inosservata, e la comunità non si spiega come, e perché, sarebbe accaduto tutto ciò. Molti si sono interrogati: «Ma siamo arrivati fino a questo punto? Non è possibile». Altri, invece, hanno preferito non ingigantire la notizia, sostenendo che «accadeva già anni fa. Oggi c’è maggiore attenzione nei bambini. Per questo a volte le notizie vengono gonfiate».
Ma scorrendo l’articolo pubblicato ieri dal Quotidiano, è balzato all’occhio dei vietresi quanto sostenuto dai bambini, vale a dire di «essere stati trascinati in bagno per i capelli». Così anche tra gli scettici della prima ora c’è chi ha cambiato idea. Chi “smontava” la storia, non vuole crederci. «I bambini non si toccano». Dice dopo aver saputo che diversi di loro hanno confermato le molestie subite. Stando alle indagini, ai loro racconti, e alle testimonianze dei loro genitori i bambini sono stati toccati. E, a proposito degli spilli che la maestra Passannante è accusata di aver usato per punire i più discoli dei suoi alunni, alcuni ex raccontano: «Anche quando andavamo noi alla scuola materna venivamo sgridati, messi in punizione. Ma niente di grave. Oggi leggiamo di bambini portati per i capelli in bagno. Questo no. L’augurio è che non sia vero. Altrimenti, se tutto vero quanto raccontato, sarebbe da ergastolo». Una reazione comprensibile se ci si cala nei panni di un genitore.
Ma anche tra i ragazzi non si va tanto per il sottile. Un giovanissimo dice: «Si può giocare e combinare di tutto. Ma con i bambini non si scherza». Dell’insegnante, qualche giorno fa, si diceva che non si trovava. Almeno, voci di paese. Poi sarebbe stata vista sempre in paese la scorsa settimana. Prima di ricevere l’avviso di chiusura delle indagini.
Ieri a Vietri di Potenza, paese con meno di tremila anime, non si è parlato di altro. Tutti a leggere, sbigottiti, quelle tremende righe, quei presunti maltrattamenti sui bambini. Quelle punture di spilli sulle mani, quel gioco del silenzio. Insomma, tutto ciò che sui bambini non bisogna fare. Ma c’è anche il fronte di quei cittadini che poco ci credono. Di quei cittadini che pensano come sia tutta una montatura, e descrivono la storia troppo «gonfiata e raccontata in maniera sbagliata». Fatto sta, che in mezzo a tutta questa storia, ci sono i più piccoli, quei bambini che sì, vanno educati dai genitori, ma che dovrebbero anche essere istruiti dalle insegnanti, come qualcuno sostiene su Facebook.
Dall’Istituto Comprensivo, per ora, ancora nessun commento. La preside è in malattia. Certo, l’insegnante, che ha avuto come alunni diverse generazioni del paese, viene comunque descritta in paese con un carattere particolare, severa. Ma nessuno mai si pensava di venire a conoscenza di fatti simili, che hanno scioccato, e non di poco, la comunità vietrese. Che ancora s’interroga su tutto ciò. Fermo restando che ad oggi nei suoi confronti c’è solo un avviso di garanzia, di conclusione delle indagini per precisione. Ora sta a lei spiegare la sua versione dei fatti e non è escluso che lo faccia chiedendo di essere interrogata dal pm Annagloria Piccininni, titolare del fascicolo. Poi starà al magistrato decidere sul da farsi: se archiviare tutto o mandare la maestra a processo con le accuse di maltrattamenti, lesioni e violenze. Quelle accertate dai carabinieri dopo che il padre di uno dei bimbi, notata l’infezione sul dito del piccolo, ha deciso di filmare il suo racconto e di denunciare tutto.
Claudio Buono
Leo Amato
VIETRI DI POTENZA – Se uno non si fa scrupolo di infilzare con uno spillo la mano di un bimbo di 5 anni per punirlo delle sue marachelle, figurarsi se pensa al disinfettante. Solo che una ferita del genere a forza di infierire può fare infezione, specie se lo spillo non è proprio pulito, e a quel punto diventa più difficile che nessuno se ne accorga.E’ venuto a galla così, a causa del gonfiore sul dito di un piccolo, il caso dei maltrattamenti nella scuola dell’infanzia di Vietri per cui i carabinieri della sezione di pg di Potenza hanno notificato nei giorni scorsi un avviso di conclusione delle indagini nella mani di Anna Maria Passannante, da vent’anni in servizio nell’istituto. In paese la notizia non è passata di certo inosservata, e la comunità non si spiega come, e perché, sarebbe accaduto tutto ciò. Molti si sono interrogati: «Ma siamo arrivati fino a questo punto? Non è possibile».
Altri, invece, hanno preferito non ingigantire la notizia, sostenendo che «accadeva già anni fa. Oggi c’è maggiore attenzione nei bambini. Per questo a volte le notizie vengono gonfiate». Ma scorrendo l’articolo pubblicato ieri dal Quotidiano, è balzato all’occhio dei vietresi quanto sostenuto dai bambini, vale a dire di «essere stati trascinati in bagno per i capelli». Così anche tra gli scettici della prima ora c’è chi ha cambiato idea. Chi “smontava” la storia, non vuole crederci. «I bambini non si toccano». Dice dopo aver saputo che diversi di loro hanno confermato le molestie subite. Stando alle indagini, ai loro racconti, e alle testimonianze dei loro genitori i bambini sono stati toccati. E, a proposito degli spilli che la maestra Passannante è accusata di aver usato per punire i più discoli dei suoi alunni, alcuni ex raccontano: «Anche quando andavamo noi alla scuola materna venivamo sgridati, messi in punizione. Ma niente di grave.
Oggi leggiamo di bambini portati per i capelli in bagno. Questo no. L’augurio è che non sia vero. Altrimenti, se tutto vero quanto raccontato, sarebbe da ergastolo». Una reazione comprensibile se ci si cala nei panni di un genitore.Ma anche tra i ragazzi non si va tanto per il sottile. Un giovanissimo dice: «Si può giocare e combinare di tutto. Ma con i bambini non si scherza». Dell’insegnante, qualche giorno fa, si diceva che non si trovava. Almeno, voci di paese. Poi sarebbe stata vista sempre in paese la scorsa settimana. Prima di ricevere l’avviso di chiusura delle indagini. Ieri a Vietri di Potenza, paese con meno di tremila anime, non si è parlato di altro. Tutti a leggere, sbigottiti, quelle tremende righe, quei presunti maltrattamenti sui bambini. Quelle punture di spilli sulle mani, quel gioco del silenzio. Insomma, tutto ciò che sui bambini non bisogna fare. Ma c’è anche il fronte di quei cittadini che poco ci credono. Di quei cittadini che pensano come sia tutta una montatura, e descrivono la storia troppo «gonfiata e raccontata in maniera sbagliata». Fatto sta, che in mezzo a tutta questa storia, ci sono i più piccoli, quei bambini che sì, vanno educati dai genitori, ma che dovrebbero anche essere istruiti dalle insegnanti, come qualcuno sostiene su Facebook.
Dall’Istituto Comprensivo, per ora, ancora nessun commento. La preside è in malattia. Certo, l’insegnante, che ha avuto come alunni diverse generazioni del paese, viene comunque descritta in paese con un carattere particolare, severa. Ma nessuno mai si pensava di venire a conoscenza di fatti simili, che hanno scioccato, e non di poco, la comunità vietrese. Che ancora s’interroga su tutto ciò. Fermo restando che ad oggi nei suoi confronti c’è solo un avviso di garanzia, di conclusione delle indagini per precisione. Ora sta a lei spiegare la sua versione dei fatti e non è escluso che lo faccia chiedendo di essere interrogata dal pm Annagloria Piccininni, titolare del fascicolo. Poi starà al magistrato decidere sul da farsi: se archiviare tutto o mandare la maestra a processo con le accuse di maltrattamenti, lesioni e violenze. Quelle accertate dai carabinieri dopo che il padre di uno dei bimbi, notata l’infezione sul dito del piccolo, ha deciso di filmare il suo racconto e di denunciare tutto.