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COSENZA – Da una parte c’è la certezza che i conti della sanità calabrese sono in sicurezza, che i sub commissari considerano chiusa la rendicontazione del debito pregresso fino al 2008, dall’altra, invece, i Livelli essenziali di assistenza non sono omogenei su tutto il territorio regionale e addirittura l’Asp di Cosenza deve rivedere la riorganizzare la rete ospedaliere. E’ quanto emerge dal verbale dell’ultimo “Tavolo Massicci” dell’8 aprile sulla Calabria che era stato “blindato” dai funzionari ministeriali. Da Roma insistono su alcune deficienze della struttura commissariale che spesso non delibera all’unanimità. Ci sono divisioni che vanno superate e riguardano principalmente alcune iniziative che il Tavolo ha bocciato come l’accorpamento degli ospedali Spoke di Castrovillari e montano di Acri; l’accordo tra l’ospedale Bambin Gesù e l’ospedaliere Pugliese di Catanzaro; la rete ambulatoriale privata. Ma andiamo con ordine. 

Rete ospedaliera – I funzionari ministeriali già nella riunione del 7 novembre 2012 avevano rilevato che era necessaria «la coerenza della realizzazione dei nuovi ospedali con la programmazione regionale» e poi che la struttura commissariale «si adoperasse per ricondurre la situazione con gli erogatori privati all’interno del quadro normativo di riferimento, anche in merito alle procedure di accreditamento istituzionale» e che permanevano «criticità» rispetto all’INRCA di Cosenza e al presidio di Rogliano. Infine hanno chiesto un report sullo stato dell’arte dell’attuazione della riorganizzazione delle rete ospedaliera. La Regione, rilevano da Roma «è inadempiente per il 2011 rispetto ai posti letto e l’appropriatezza dei ricoveri ed è stato chiesto un «atto complessivo di programmazione di tutte le reti assistenziali».

 La Regione ha provveduto all’accorpamento in un unico spoke dei presidi ospedalieri di Castrovillari e Acri e il tavolo ha espresso «parere negativo». Le motivazioni sono due: a) l’accorpamento dei due presidi «deve avvenire nell’esigenza di assicurare la riduzione e la razionalizzazione dei costi del personale tenendo conto di tutti i requisiti qualitativi e strutturali necessari a garantire la qualità e la sicurezza delle attività che si intenderà svolgere in ciascuno dei presidi stessi». b) Sarà necessario revisionare l’intera rete Hub e Spoke dell’Asp di Cosenza, al fine di verificarne la congruità con gli obiettivi che si intende perseguire , con particolare riguardo alle reti tempo-dipendenti.» Per questo il “Tavolo” chiede «un atto complessivo di programmazione di tutte le reti assistenziali, di un report sullo stato delle autorizzazioni e una relazione aggiornata sullo stato di attuazione dell’accreditamento istituzionale dalla quale si rilevi anche la congruità dei posti letto relativi alle specialità delle strutture private accreditate con il fabbisogno rilevato dalla regione». 
Nel verbale è scritto che «Tavolo e Comitato ritengono che la Regione non abbia risposto ai quesiti posti nel precedente verbale e rimangono in attesa dell’atto complessivo di programmazione già più volte richiesto.» Inoltre da Roma arriva la richiesta di informazioni sull’organizzazione della rete oncologica, e richiedono che la stessa sia contemplata nel redigendo PO, insieme alle altre reti di specialità. 

Il caso Bambin Gesù – Già nelle precedenti riunioni i Tavoli avevano evidenziato la necessità che la Regione fornisse chiarimenti relativamente alla coerenza del Patto d’Intesa con l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù con la rete pediatrica e sulle finalità che si intendevano perseguire. Inoltre avevano chiesto ulteriori informazioni di dettaglio rispetto al personale, all’impatto economico e alla compatibilità con il Piano di Rientro e sulle caratteristiche organizzative. Tavolo e Comitato «valutano negativamente il Patto d’intesa» in relazione «alla duplicazione dei costi relativi alla pediatria ospedaliera nella città di Catanzaro con riferimento all’AO Pugliese Ciaccio; con riferimento alle tematiche del personale dipendente dell’AO Pugliese Ciaccio e dell’ospedale Bambino Gesù; con riferimento all’impatto economico collegato che risulta non adeguatamente documentato, -con riferimento alla convenienza di tale convenzione.» 
Il nodo Capt e Case della Salute – Il Tavolo e il Comitato ricordano che tra gli obiettivi del piano di rientro c’è la riduzione del tasso di ospedalizzazione; la riorganizzazione della rete ospedaliera, anche attraverso una riconfigurazione e riconversione delle strutture ospedaliere in case della salute, strutture di lungo assistenza e strutture residenziali. Il bilancio che fanno il Tavolo e il Comitato dopo tre anni è che vi è stato un decremento dell’ospedalizzazione totale e un miglioramento in termini di appropriatezza organizzativa in coerenza con gli obiettivi del Piano di rientro. Però si evidenzia che ci sono problemi rispetto alla coerenza dell’assegnazione dei posti letto con il quadro programmatorio delineato dal Piano di rientro e dal decreti 18/10. 

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