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Il Pd ha Speranzaper il dopo Bersani
Appoggio di Renzi: «E’ il candidato meno pericoloso» Verso l’assemblea, la task force lavora  per lui
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA  – Dalla segreteria regionale a quella nazionale, anche se nel ruolo del reggente.  Il salto di Roberto Speranza è dato per cosa ormai quasi fatti. E’ sul suo nome che l’attesa assemblea di domani dovrebbe trovare la convergenza per la guida temporanea del Pd nazionale, fino al congresso di ottobre. 
Le quotazioni del giovane capogruppo alla Camera sono vertiginosamente salite negli ultimi giorni. La stampa nazionale gli ha dato gran risalto. Ad oggi sembra lui il successore più credibile di Pierluigi Bersani. Soprattutto da quando il segretario lucano ha incassato l’appoggio di Matteo Renzi. 
«Tra tutti è il candidato meno pericoloso», ha dichiarato il sindaco di Firenze. Soprattutto se i nomi alternativi dovessero essere quelli di Gianni Cuperlo e Anna Finacchiaro. Speranza è considerato più distante dall’apparto post comunista rispetto agli altri papabili di area bersaniana. Il volto giovane che potrebbe rappresentare la risposta, se non del tutto giusta, quanto meno più compatibile, con l’esigenza di rinnovamento dei rottamatori. 
A questo punto, nonostante il segretario lucano non trovi il favore della stampa che continua a dipingerlo come un nuovo che sa di vecchio, la sua strada verso la segreteria di transizione dovrebbe essere spianata. Secondo quanto riferisce il Fatto Quotidiano in cambio Renzi spererebbe in un appoggio alla premiership. 
Certo è che la partita non è affatto chiusa viste le profonde spaccature interne al Partito democratico che, dopo la pessima prova dell’elezione del Capo dello Stato, domani sarà chiamato all’esame più importante: riuscire a trovarsi compatto almeno sul nome del “traghettatore”. Sperando che questa volta i franchi tiratori non facciano saltare il piatto. 
Sta di fatto che Speranza ieri non ha preso parte ai lavori del gruppo di soli sei componenti, tra cui anche il segretario lucano, incaricato di lavorare alla proposta da portare all’assemblea di sabato. 
Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore la task force avrebbe remato proprio a sostegno di Speranza. Che a questo punto sarebbe stato un assente giustificato.   «Abbiamo lavorato e stiamo lavorando – hanno commentato i componenti del gruppo ristretto – per far sì che l’Assemblea nazionale di sabato sia un punto di ripartenza del Pd in questo momento così difficile per il Paese. L’obiettivo è che l’Assemblea elegga un segretario con la più ampia condivisione, che porti il nostro partito al congresso nei termini previsti dallo Statuto e che ci guidi rilanciando l’iniziativa del Partito Democratico in questa fase di grandi e nuove responsabilità. Sono state definite le modalità e le procedure per garantire il corretto, democratico e trasparente svolgimento dei lavori». E se alla fine il nome indicato dovesse essere proprio quello di Speranza, si tratterebbe dell’ennesimo colpo messo a segno in pochi mesi dal segretario lucano. Prima nello staff dei tre giovani di Bersani, poi capogruppo alla Camera, fino alla guida del Pd nazionale. 
Certo, quella che avrebbe di fronte in questi mesi sarebbe una missione tutt’altro che semplice. Del tutto incompatibile con ulteriori impegni. Il ritorno in regione dell’ex segretario dei Giovani democratici, sempre più proiettato verso postazioni strategiche all’interno del partito nazionale, è quindi un’ipotesi che si allontana sempre più. In questo caso il partito lucano dovrà sbrogliare da sole le complicate matasse. Prima di tutto trovare un sostituto di Speranza alla guida di un Pd locale che non gode di ottima salute. 
E poi dover gestire le elezioni regionali – il voto dovrebbe essere calendarizzato tra ottobre e novembre – senza poter contare su una sua candidatura alla presidenza della Giunta. Ipotesi che farebbe saltare anche l’ingresso a Montecitorio di Vito De Filippo, che a questo punto non potrebbe contare sul posto lasciato vuoto da Speranza.
m.labanca@luedi.

POTENZA  – Dalla segreteria regionale a quella nazionale, anche se nel ruolo del reggente.  Il salto di Roberto Speranza è dato per cosa ormai quasi fatti. E’ sul suo nome che l’attesa assemblea di domani dovrebbe trovare la convergenza per la guida temporanea del Pd nazionale, fino al congresso di ottobre. Le quotazioni del giovane capogruppo alla Camera sono vertiginosamente salite negli ultimi giorni. La stampa nazionale gli ha dato gran risalto. Ad oggi sembra lui il successore più credibile di Pierluigi Bersani. Soprattutto da quando il segretario lucano ha incassato l’appoggio di Matteo Renzi. «Tra tutti è il candidato meno pericoloso», ha dichiarato il sindaco di Firenze. Soprattutto se i nomi alternativi dovessero essere quelli di Gianni Cuperlo e Anna Finacchiaro.

 Speranza è considerato più distante dall’apparto post comunista rispetto agli altri papabili di area bersaniana. Il volto giovane che potrebbe rappresentare la risposta, se non del tutto giusta, quanto meno più compatibile, con l’esigenza di rinnovamento dei rottamatori. A questo punto, nonostante il segretario lucano non trovi il favore della stampa che continua a dipingerlo come un nuovo che sa di vecchio, la sua strada verso la segreteria di transizione dovrebbe essere spianata. Secondo quanto riferisce il Fatto Quotidiano in cambio Renzi spererebbe in un appoggio alla premiership. Certo è che la partita non è affatto chiusa viste le profonde spaccature interne al Partito democratico che, dopo la pessima prova dell’elezione del Capo dello Stato, domani sarà chiamato all’esame più importante: riuscire a trovarsi compatto almeno sul nome del “traghettatore”. Sperando che questa volta i franchi tiratori non facciano saltare il piatto. Sta di fatto che Speranza ieri non ha preso parte ai lavori del gruppo di soli sei componenti, tra cui anche il segretario lucano, incaricato di lavorare alla proposta da portare all’assemblea di sabato.
 Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore la task force avrebbe remato proprio a sostegno di Speranza. Che a questo punto sarebbe stato un assente giustificato.   «Abbiamo lavorato e stiamo lavorando – hanno commentato i componenti del gruppo ristretto – per far sì che l’Assemblea nazionale di sabato sia un punto di ripartenza del Pd in questo momento così difficile per il Paese. L’obiettivo è che l’Assemblea elegga un segretario con la più ampia condivisione, che porti il nostro partito al congresso nei termini previsti dallo Statuto e che ci guidi rilanciando l’iniziativa del Partito Democratico in questa fase di grandi e nuove responsabilità. Sono state definite le modalità e le procedure per garantire il corretto, democratico e trasparente svolgimento dei lavori». E se alla fine il nome indicato dovesse essere proprio quello di Speranza, si tratterebbe dell’ennesimo colpo messo a segno in pochi mesi dal segretario lucano. 
Prima nello staff dei tre giovani di Bersani, poi capogruppo alla Camera, fino alla guida del Pd nazionale. Certo, quella che avrebbe di fronte in questi mesi sarebbe una missione tutt’altro che semplice. Del tutto incompatibile con ulteriori impegni. Il ritorno in regione dell’ex segretario dei Giovani democratici, sempre più proiettato verso postazioni strategiche all’interno del partito nazionale, è quindi un’ipotesi che si allontana sempre più. In questo caso il partito lucano dovrà sbrogliare da sole le complicate matasse. Prima di tutto trovare un sostituto di Speranza alla guida di un Pd locale che non gode di ottima salute. E poi dover gestire le elezioni regionali – il voto dovrebbe essere calendarizzato tra ottobre e novembre – senza poter contare su una sua candidatura alla presidenza della Giunta. Ipotesi che farebbe saltare anche l’ingresso a Montecitorio di Vito De Filippo, che a questo punto non potrebbe contare sul posto lasciato vuoto da Speranza

 

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