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VINCENZO Folino diventa il testimone dell’accusa nell’ambito dell’inchiesta sulle anticipazioni di spesa ottenute da assessori e consiglieri regionali. Il deputato ed ex presidente del consiglio regionale è stato ascoltato dal sostituto procuratore Francesco Basentini il 4 maggio scorso. Assieme al sostituto erano presenti il tenente colonnello Gianfilippo Simoniello e il maresciallo capo Gennaro Sforza dei carabinieri. Folino ha presentato documenti e ha raccontato la genesi del nuovo regolamento sui rimborsi, poi approvato il 5 aprile del 2012. Il deputato è chiaro: «Per quanto riguarda la gestione della Presidenza del Consiglio – si legge nel verbale – anteriore alla mia non mi consta che siano stati fatti controlli». Controlli difficili da fare anche quando furono disposti il 14 settembre 2010 durante una riunione dell’ufficio di presidenza su sei consiglieri ed un assessore sorteggiati. 
«In tale seduta – si legge nel verbale – l’ufficio di presidenza concordò sulla proposta avanzata e decise di sorteggiare i nominativi di sei consiglieri ed un assessore esterno da sottoporre a controllo». Il verbale della seduta finì nelle mani della dirigente dell’ufficio risorse della Regione, la Lavieri, che però comunicò a Folino «le difficoltà a procedere ai controlli richiesti.   Successivamente – insiste Folino – la dottoressa Lavieri mi rappresentò, prima verbalmente, le difficoltà a procedere ai controlli richiesti». Era lo stesso regolamento, troppo generico, a limitare i controlli. Ma nonostante tutto l’ex presidente del consiglio ha insistito ancora «perché comunque si facessero dei controlli e, nella seduta dell’ufficio di presidenza dell’8 febbraio 2011, lo stesso ufficio procedeva alla redazione di un ulteriore elenco di sei consiglieri e di un assessore esterno da sottoporre a controlli». Ancora una volta picche dall’ufficio risorse guidato dalla Lavieri. I controlli, per ben due volte, non sono stati possibili. L’unica cosa da fare di fronte a quel doppio rifiuto era quello di cambiare completamente procedura e regolamento. Cosa che venne fatta, ma soltanto nel 2012 dopo diverse sedute dell’ufficio di presidenza a partire dal dicembre del 2011. 
Folino, ha affermato che nel periodo antecedente alla sua presidenza non sono mai stati fatti controlli sui rimborsi di assessori e consiglieri. Ma ha anche elencato cosa poteva essere rimborsato in base al vecchio regolamento numero 357 del 2000. «Le spese di arredo degli uffici di rappresentanza – si legge – erano ammissibili ex art. 11: alla conclusione del mandato consiliare i beni acquistati con fondi pubblici dovevano essere restituiti al consiglio regionale in quanto acquistati con fondi pubblici o potevano essere riscattati. Senza dubbio – continua – in sede di rendicontazione della predetta spesa, il consigliere doveva quantomeno con un’autocertificazione, precisare che la spesa era pertinente ad un ufficio di rappresentanza, specificandone la corrispondente ubicazione». 
Poi le collaborazioni: «le spese dei collaboratori occasionali – dice Folino – potevano eventualmente ricomprendere anche le prestazioni di accompagnamento come quelle effettuate da un autista». E le attività dei consiglieri con relativi rimborsi spesa? Non erano sottoposte ad autorizzazione preventiva, mentre le attività di rappresentanza in missione dei consiglieri erano autorizzate «in ambito nazionale dal presidente del consiglio regionale, oltre i confini nazionali dall’ufficio di presidenza con apposita delibera. Tale autorizzazione è necessaria anche per il presidente del consiglio. I rimborsi – continua Folino – sono erogabili anche per attività di rappresentanza – in assenza di missione – per le attività fuori regione. Il regolamento n.357/2000 non fa riferimento ad attività fuori dalla nazione. Tuttavia poiché la rappresentanza della regione oltre i confini nazionali è legata a fatti specifici e presenta una sua delicatezza anche in ordine ai rapporti con altre istituzioni, c’è la previsione dell’autorizzazione dell’ufficio di presidenza per l’esercizio della rappresentanza dell’ente fuori dai confini nazionali». 
Insomma, non poteva non esserci autorizzazione preventiva per viaggi all’estero, come per esempio quelli di Autilio, che ha dichiarato viaggi istituzionali in piena estate e con la famiglia. «Certamente – continua Folino – non rientrano nel rimborso le spese di ristorazione e di alloggio dei familiari accompagnatori che si trovano insieme al consigliere in occasione dei viaggi fatti per rappresentanza. Le spese di ristorazione o di alloggio sostenute per i collaboratori sono da considerarsi ammissibili se relative ad attività specifiche, nel senso che il collaboratore può essere incaricato dal consigliere per l’espletamento di un determinato compito connesso al tipo di attività compresa nel rapporto collaborativo. Ritengo che in tal caso la spesa ammissibile sia quella esclusivamente legata al collaboratore e non ad altri eventuali partecipi». E in molti non hanno mai giustificato le spese effettuate assieme a collaboratori per viaggi istituzionali. E poi i documenti non fiscali e l’ammissione di Folino: «mai usato simili documenti per rendicontare spese ammissibili a rimborso». 
Intanto ieri è iniziata l’udienza del Riesame. La pronuncia definitiva dovrebbe arrivare il 10 maggio. Sulla vicenda delle anticipazioni di spesa per i consiglieri regionali la linea degli avvocati resta quella della revoca dei provvedimenti restrittivi. Ad oggi Mastrosimone e Viti sono liberi mentre i domiciliari di Pagliuca, l’unico che ha scelto di non passare dal Riesame, sono stati convertiti nel divieto di dimora. Altri annullamenti sono quelli dei divieti di dimora di Pici e Mancusi. Per ora i legali che hanno presentato richiesta di revoca sono quelli di Vincenzo Ruggiero, Alessandro Singetta, Antonio Autilio, Mario Venezia, Paolo Castelluccio e Rocco Vita. A questi si aggiunge Antonio Tisci, sottoposto al sequestro di denaro.

 

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