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CATANZARO – Le leggi antimafia sono da approfondire e riscrivere. E Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, potrebbe essere uno dei principali attori di questa riforma. Non una semplice idea, ma una “chiamata” diretta da parte del presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta. E la novità, ovviamente, non lascia indifferente il noto magistrato.
Tutto ha avuto inizio nella trasmissione di domenica sera “Che tempo che fa”. Il conduttore Fabio Fazio chiede a Letta un commento sulle critiche degli ultimi giorni per un mancato riferimento alla lotta alla criminalità organizzata durante l’intervento di insediamento. La risposta è netta: «La lotta alla mafia è un tema che mi sta molto a cuore. Ho intenzione di intervenire soprattutto sull’articolo 416-ter, quello che si occupa del tema dello scambio tra politici e mafiosi». E da qui parte il messaggio di riforma: «Chiederò a Raffaele Cantone e a Nicola Gratteri di aiutarci alla presidenza del Consiglio per l’elaborazione complessiva di questi temi». I nomi e cognomi sono quelli del noto magistrato campano, attualmente con un ruolo alla Suprema Corte di Cassazione, e del magistrato reggino.
Un “matrimonio” più che possibile tra le idee di Letta e l’impegno di Gratteri, considerato che quest’ultimo è intervenuto poco dopo per sottolineare: «Sento di dovere esprimere, in primo luogo, il mio ringraziamento per la stima che il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha ritenuto di manifestare pubblicamente nei miei confronti nel corso della trasmissione».
E Gratteri si è reso subito disponibile: «Sono pronto a mettere in qualsiasi momento a disposizione la mia esperienza – ha detto il magistrato – perchè ritengo, come ho già espresso in altre occasioni, che sia quanto mai urgente un intervento di tipo normativo per rendere efficace il contrasto dello Stato alla criminalità organizzata. Sulle eventuali riforme della giustizia è necessario fare in pochissimo tempo interventi apparentemente semplici ma importanti, risolvere ciò che stride nella celebrazione dei processi, informatizzare i servizi, creare un sistema processuale penale tale da avere un’effettiva funzione deterrente per chi voglia delinquere».
Ed allora, le manovre di avvicinamento sono state avviate, a questo punto non resta che attendere una presa di posizione formale che porterebbe Gratteri ad essere uno dei principali protagonisti nella riforma della legge antimafia.
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