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CATANZARO – Un giovane di origine magrebina si è suicidato oggi pomeriggio nel carcere di Catanzaro. «Secondo i primi accertamenti – riferiscono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale – l’uomo sarebbe morto per asfissia, dopo essersi messo un sacchetto in testa. Sono ancora in corso gli accertamenti. È l’ennesimo, grave episodio che si verifica nelle carceri italiane, sempre più invivibili e indegne di un paese civile, sia per i detenuti, sia per gli operatori, in primis la polizia penitenziaria che sta a contatto 24 ore su 24 con i detenuti, riuscendo, così, ad evitare, che ogni anno circa 1100 di loro muoiano, tentando il suicidio». 

«Negli ultimi 20 anni – aggiungono i due sindacalisti – sono stati salvati circa 17000 detenuti. Le notizie dal carcere sono sempre più un bollettino di guerra. Nell’ultima settimana un giovane di 25 anni si è suicidato nella casa di lavoro di Castelfranco Emilia, a Modena, uno nell’istituto minorile di Lecce, uno ha tentato il suicidio a Modena e uno è appena morto anche nell’ospedale pschiatrico di Reggio Emilia. Cosa deve ancora succedere nelle carceri perchè la politica faccia qualcosa? A Catanzaro ci sono circa 600 detenuti, per una capienza di circa 400 posti. C’è un nuovo padiglione che potrebbe ospitare oltre 200 detenuti, ma resta chiuso per mancanza di personale. In Italia – concludono gli esponenti del Sappe – mancano circa 7500 unità».
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