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GIOIA TAURO – Cresce la tensione a Gioia Tauro. Dopo l’ordigno rudimentale fatto esplodere intorno alle 24 e 30 della scorsa notte in viale don Sturzo nel rione Marina durante la notte appena trascorsa un nuovo ordigno è esploso nei pressi di alcuni esercizio commerciali posti vicino ad un Sexy shop. La prima bomba, confezionata utilizzando un contenitore metallico, era collegata ad una miccia a rapida combustione. La deflagrazione ha danneggiato la parte inferiore di un portone in legno massiccio di uno stabile di proprietà di F.C., commerciante di Gioia Tauro. Sul posto sono immediatamente intervenuti gli uomini delle Forze dell’Ordine che hanno avviato le indagini per far luce sull’accaduto e individuare l’autore dell’atto criminoso. Tanti i nodi da sciogliere per gli inquirenti. Nessuna pista è esclusa, nemmeno quella legata ad una possibile ritorsione maturata nel mondo del racket. L’esplosione è stata avvertita a diversi chilometri di distanza ed ha gettato nel panico molti abitanti sia del rione Marina, che di altri quartieri, che nel cuore della notte sono stati svegliati dal forte rumore causato dallo scoppio della bomba. 

Gioia Tauro, infatti, suo malgrado, è vittima da diversi mesi di un vero e proprio assedio perpetrato a suon di intimidazioni. Era il 15 aprile di un anno fa quando la vetrina del salone di mobili dell’imprenditore Domenico Condello, ubicato sulla Statale 18, nei pressi del quadrivio Sbaglia, veniva completamente divelta da un ordigno. Pochi mesi dopo, agli inizi di settembre, un altro ordigno veniva fatto esplodere a pochi passi della stazione centrale della città del porto ai danni di un distributore di benzina gestito da un giovane incensurato ma che, in passato, era in mano a Vincenzo Priolo, ucciso nel luglio 2011. Non passa molto tempo che il 23 settembre, davanti al condominio “Petrace”, un inquilino dello stesso stabile che si trova alla periferia di Gioia Tauro, rinveniva un candelotto vicino alla propria automobile facendo scattare l’allarme bomba. E ancora. Il 17 novembre l’ennesima intimidazione, questa volta contro la vettura del barone Livio Musco, ucciso qualche settimana addietro nella sua abitazione in circostanze ancora misteriose. Insomma, una lunga scia di attentati che oltre a minare la tranquillità di chi li subisce, mette a rischio l’incolumità di chi potrebbe ritrovarsi spettatore inconsapevole dell’esplosione di un ordigno, oppure, nel peggiore dei casi, vittima. 
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